"Mancano solo 5 giorni alla scadenza dell’ultimatum imposto dalla Mondadori Printing allo storico stabilimento di Pomezia. Ai lavoratori che già hanno visto ridursi l’organico da 130 a 39 addetti negli ultimi 10 anni in realtà non è stata offerta alcuna possibilità di scelta: gli è stato chiesto di ridursi il salario del 25% come condizione per restare aperti, ma l’azienda da un lato ha dimostrato di non adoperarsi a cogliere le occasioni per valorizzare l’impianto di Pomezia, dall’altro ha lasciato intendere che vuol tagliare i salari in uno stabilimento per poi colpire uno ad uno tutti gli altri siti del gruppo presenti nelle province di Verona, Vicenza, Bergamo, Trento". E' quanto dichiarano in una nota Alberto Manzini, Segretario Generale SLC-CGIL Roma e Lazio e Massimo Luciani, dell' Area Industria SLC-CGIL Roma e Lazio.

"Mondadori Printing - continuano - è un ramo d’azienda esternalizzato dal Gruppo Mondadori e acquisito dal Gruppo Pozzoni, il terzo polo della stampa in Europa, tra il 2008 e il 2011. Operazione che prevedeva un contratto di stampa che lega fino a tutto il 2016 Arnoldo Mondadori Editore a Pozzoni e che è stata accompagnata da un Piano Industriale in cui Pomezia risultava essere un asset imprescindibile della stampa di riviste periodiche  e cataloghi commerciali".

"Il 7 gennaio a Verona l’azienda dovrà chiarire se quel Piano Industriale esiste ancora o se ha preso piede un Piano Industriale ombra nel quale Pomezia è stata cancellata, e che è stato tenuto segreto.  Le rappresentanze sindacali del nostro territorio  - dichiarano Manzini e Luciani - il 7 gennaio saranno presenti in modo fermo e visibile per affermare che lo stabilimento di Pomezia ha diritto ad esistere".

"Sarebbe importante - concludono Manzini e Luciani - che la delegazione del Lazio lunedì prossimo a Verona possa far valere non solo le sue ragioni incontestabili, ma anche la forza di un grande interesse delle istituzioni, della politica, della società civile e di tutto il territorio."