Turismo, commercio e servizi, più di 3 milioni di lavoratrici e lavoratori da diversi anni sono al centro della più forte crisi economica degli ultimi 50 anni che ha portato molte aziende a cessare l’attività, a ridimensionare gli organici, ad attuare processi di riorganizzazione e ristrutturazione per affrontare una competizione definita sempre più globale e fattori economici negativi.

“Si continua a parlare di competitività, globalizzazione, mercati internazionali. Noi invece diciamo che è anzitutto necessario mettere al centro il lavoro, la sua dignità, la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori”. Così la segretaria generale della Filcams Cgil Maria Grazia Gabrielli ha presentato l’iniziativa, sottolineando che l’intento è quello di “indagare a fondo i cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro, a partire dai nostri settori, cercando anche di delineare quale contrattazione svolgere per dare risposte a questi cambiamenti”. Gabrielli ha anche rimarcato l’esigenza di dare spazio “soprattutto ai lavoratori esclusi dal mondo del lavoro, ossia i tanti che lavorano con partita Iva, a collaborazione, i part time involontari, i lavoratori degli appalti per poche ore a settimana. Lavoratori invisibili, che per noi sono centrali”.

Le difficoltà di settore e del sistema paese, protrattesi per diversi anni, hanno dunque fortemente trasformato il mercato del lavoro: l’aumento del part-time involontario, del lavoro somministrato, dei contratti a termine, il boom dell’utilizzo dei voucher, in particolare nel turismo, il mancato rinnovo dei contratti nazionali e la disdetta dei contratti integrativi aziendali, sono solo alcuni dei cambiamenti significativi che si sono riversati sui lavoratori. Nel commercio, per esempio, per far fronte al calo dei consumi e a un diverso afflusso di domanda, le imprese hanno fatto ricorso al part-time che consente, modificando le ore o ricorrendo alle cosiddette ore supplementari, di poter disporre di un’elevata flessibilità.

Il ricorso al part-time ha costituito spesso un modo per evitare riduzioni di occupati, che i lavoratori hanno accettato in mancanza di alternative. I dati disponibili sul cosiddetto part-time involontario nel commercio (ingrosso e dettaglio) e anche i pubblici esercizi, sono significativi: all’inizio della crisi, nel 2008, il part-time involontario era pari al 43%, diventava il 53% nel 2010, il 62% nel 2012 fino al 71% nel 2015. Nel turismo, il 48,5% dei lavoratori è a part-time ed è anche molto alta l’incidenza dei lavoratori con i voucher. Nel 2015 ne sono stati venduti 114.921.574 (+66% rispetto al 2014), di cui il 15% nel turismo.

“Il processo di terziarizzazione dell’economia – afferma la Filcams nel presentare l'iniziativa – ha sempre più determinato un lavoro in appalto nei servizi (pulimento, logistica, vigilanza) come in parti rilevanti della produzione; un lavoro fatto da orari ridotti, spesso sottopagati e incertezza della continuità lavorativa. Forme di lavoro precario che non permettono un reale e sicuro sostentamento economico, e lasciano milioni di lavoratori con un futuro incerto. Nei cambiamenti intervenuti non trovano ancora riconoscimento giovani lavoratori autonomi, con partite iva, collaboratori e altre figure professionali che vivono tale condizione come unica possibilità ma anche come scelta e prospettiva e che non sono inclusi nel pur indebolito sistema di tutele e diritti del lavoro”.

L’assemblea della Filcams Cgil, composta da 300 membri tra lavoratori, delegati e funzionari, provenienti da tutta Italia, si riunirà l’11 e 12 ottobre per un confronto approfondito con esperti di settore, su diverse tematiche: grande distribuzione organizzata, turismo, appalti, colf e badanti; e anche argomenti trasversali quali l’organizzazione del lavoro, le terziarizzazioni, le politiche internazionali, il welfare contrattuale, la legalità e la comunicazione.

“The New Order, Nuove Frontiere per l’Inclusione – conclude la nota – vuole essere una sede inconsueta e innovativa di dibattito e discussione insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dei diversi settori sui quali la categoria si struttura, per pianificare politiche di inclusione, che pongano al centro dell’azione sindacale le condizioni di quelle fasce di lavoratori precari, più deboli meno tutelati ed in situazione di maggior difficoltà che, spesso, restano ai margini del mercato del lavoro”.

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Diario Terziario, il numero di ottobre