Di promesse non si vive. I pensionati vogliono risposte. E poi l’hashtag #NonStiamoSereni. Sono i tre messaggi scelti dallo Spi – e tenuti in grande evidenza sul sito dell’organizzazione – per la giornata unitaria di mobilitazione che si svolge il 5 novembre (tre iniziative saranno concluse dai segretari generali: a Milano Carla Cantone, a Roma Gigi Bonfanti e a Palermo Romano Bellissima. Qui il programma). “La nostra mobilitazione è iniziata a maggio – racconta la numero uno dello Spi –. Da maggio a giugno abbiamo raccolto oltre un milione di cartoline – quasi un milione e 200.000 – indirizzate al presidente del Consiglio. Cartoline che dicono tutte: ‘Matteo, non stiamo sereni’. A partire dalla metà di luglio, ogni giorno gliene abbiamo mandato un pacco, perché gli pervenisse la nostra voce mentre preparava la legge di stabilità”.

Rassegna  Che cosa chiedete al governo?

Cantone
  Il messaggio che mandiamo al presidente del Consiglio si può condensare in 4 punti. Il primo è: abbiamo bisogno di lavoro, per i nostri figli, per i giovani. Perché senza lavoro non c’è giustizia sociale. Come seconda cosa, chiediamo un welfare fondato sull’uguaglianza, sulla giustizia, su pari opportunità per tutti i cittadini; un welfare che si rifaccia al diritto di cittadinanza. Il terzo punto è una legge sulla non autosufficienza, che da troppo tempo avanziamo tra le nostre richieste, senza che ci venga detto di no, ma che non viene mai fatta. La quarta richiesta è quella di una tutela delle retribuzioni dei pensionati: negli ultimi 15 anni le pensioni hanno perso il 30 per cento del loro potere d’acquisto. Senza dimenticare, parlando di tutele, la richiesta a Renzi anche degli 80 euro che ci aveva promesso. A maggior ragione c’è bisogno di tutelare le pensioni, visto che nel nostro paese ci sono 7 milioni di poveri oltre la metà ha più di 65 anni. Gli anziani, proprio per un problema di povertà e di nuova povertà – si è poveri perché la pensione è bassa; ma si è poveri anche perché bisogna aiutare la famiglia, quei figli e nipoti che non hanno un lavoro o che guadagnano troppo poco –, gli anziani spesso rinunciano a un’alimentazione adeguata all’età e magari anche a curarsi. C’è bisogno davvero di tutela delle pensioni: sono ormai circa 10 anni che, a cicli alterni, bloccano la rivalutazione delle pensioni, anche quando la rivalutazione è molto misera.

Rassegna  Renzi non ha risposto. Forse dovevate mandargli delle mail…

Cantone  So per certo che le ha ricevute, le nostre cartoline. E che le ha viste. Ne abbiamo consegnate anche a Giuliano Poletti, a settembre, quando lo abbiamo incontrato in sostituzione del presidente del Consiglio. Il ministro del Lavoro ci aveva garantito che avremmo continuato a confrontarci, a quel tavolo che avevamo conquistato, ma poi è sparito. Noi siamo sempre in attesa.

Rassegna  Sempre meno sereni…

Cantone  Proprio così. Anche perché i dati ci dicono che un italiano su 4 è a rischio di povertà. E nel frattempo nella legge di stabilità non c’è nulla sulla non autosufficienza, non ci sono gli 80 euro e si colpisce assistenza e sanità anche attraverso i tagli alle Regioni e ai Comuni. Queste sono state le ragioni delle iniziative di Milano, Roma e Palermo, nelle quali abbiamo lanciato i contenuti della piattaforma e chiesto anche che tutte le pensioni vengano pagate il primo giorno del mese, dopo il tentativo che c’è stato di portarle tutte al 10. Per un anziano è fondamentale avere la sua pensione il 1°: ci sono tante scadenze da affrontare all’inizio del mese. E circa la metà dei pensionati non arriva alla quarta settimana. Come potrebbe essere altrimenti? Il 46 per cento di essi vive con meno di 1.000 euro al mese. A questo riguardo, abbiamo notato da qualche tempo un fenomeno, che non è solo italiano, ma interessa tutta Europa: spesso i figli si riportano a casa gli anziani che sono nelle case di riposo, un po’ perché le pensioni non sono sufficienti a pagare le rette; un po’ perché quei soldi servono ai bilanci familiari.

Rassegna  Perché la vostra prima rivendicazione è il lavoro?

Cantone Con un sistema a ripartizione, nelle pensioni e nel welfare, senza il lavoro il rischio è che salti tutto quel welfare che nella seconda metà del Novecento abbiamo conquistato con tanta fatica. Noi vogliamo un sistema solidale per oggi e per domani. Se non c’è lavoro che pensioni potranno mai avere i giovani? Si discute molto di nuove regole, di nuovi modelli, ma senza lavoro non c’è Jobs Act, né nuovo modello contrattuale, né tantomeno nuove pensioni.

Rassegna  Renzi dice: “Con il sindacato non devo contrattare le leggi”, le leggi le fa il Parlamento. Ma nelle regioni e nelle realtà territoriali, i governi locali con i sindacati e con i pensionati contrattano…

Cantone  E infatti, dopo l’iniziativa del 5, noi continuiamo la nostra azione di contrattazione territoriale e sociale. Con le Regioni e con i Comuni riusciamo a confrontarci, a dialogare e spesso a fare accordi. Li incalzeremo per evitare il fatto che, con la scusa dei tagli lineari, riducano i servizi assistenziali e sanitari. Quello su cui devono intervenire – chi non l’ha fatto già – sono gli sprechi. E non escludiamo a dicembre un’ulteriore iniziativa di carattere nazionale. Vedremo assieme a Cisl e Uil con quali modalità.

Rassegna  Voi siete impegnati sui temi dei pensionati, ma anche su temi più generali, alcuni dei quali erano alla base della piattaforma di San Giovanni. Quanto pesa quel di più che voi portate in questa lotta e che è dato dall’unitarietà della vostra mobilitazione…

Cantone  Portiamo la nostra capacità di lotta, maturata in anni e anni, e la nostra saggezza. C’era un bellissimo striscione il 25 ottobre, con una frase molto significativa: “Siamo nati per lottare”. E io aggiungo: “Anche per conquistare”.