Dopo circa un anno e mezzo, si è conclusa positivamente, nell'incontro di oggi (20 luglio) al ministero del Lavoro, la vicenda dei 419 lavoratori in esubero che la Micron intendeva licenziare. Lo rende noto Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom Cgil. "L'obiettivo che ci eravamo posti - spiega -, quello di annullare gli esuberi, è stato raggiunto con la ricollocazione degli ultimi dodici lavoratori rimasti in cassa integrazione, per i quali era stata aperta una nuova procedura di licenziamento collettivo. La Micron aveva comunicato alle organizzazioni sindacali nei giorni scorsi che i dodici lavoratori non sarebbero stati licenziati ma sarebbero stati ricollocati presso il consorzio R2 attraverso il quale StMicroelectronics e Micron operano nel sito di Agrate: oggi è stato firmato presso il ministero del Lavoro un accordo che lo conferma e la procedura è stata ritirata".

La Fiom dunque "ritiene l'accordo molto positivo, frutto della mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e dell'intervento del governo. Ora sarà importante vigilare affinché nei prossimi anni vengano mantenuti i livelli occupazionali. Per fare questo il Governo dovrà fare la sua parte rispetto al comparto della microelettronica, settore strategico che va sostenuto attraverso una vera politica industriale", conclude.

Nel dettaglio, spiega Pietro Occhiuto della Fiom Cgil di Monza e Brianza, "con l'accordo siglato quest'oggi si evita il licenziamento di 12 lavoratori, 11 dei quali operanti a Vimercate, collocati da lunghissimo tempo in Cassa integrazione. Da domani potranno tornare a lavorare - prosegue Occhiuto - la soluzione scelta è quella di distaccare questi lavoratori al Consorzio tra la stessa Micron ed St".

Degli oltre 400 esuberi, ben 129 interessavano lo stabilimento di Catania: dalla primavera di quest'anno, però, l'esubero della Micron catanese aveva finito per riguardare una sola persona, e anche questo, informano i sindacati, è stato azzerato. "È una vittoria che arriva alla fine di un lungo periodo di lotta di lavoratori e sindacati. Un epilogo positivo, reso possibile dalla formula del confronto, del ragionamento, della tenacia e della certezza che, ancora oggi in Italia, i diritti del lavoro e dei lavoratori hanno senso", hanno commentato il segretario della Fiom Cgil, Stefano Materia unitamente al segretario generale della Camera del lavoro di Catania, Giacomo Rota, e a Francesco Furnari, rsu Fiom in Micron, che ha partecipato all'incontro di stamattina.

La vertenza
La compagnia americana presente in Italia con cinque sedi (Agrate, Vimercate, Avezzano, Napoli e Catania), dopo essere diventata proprietaria di tecnologie, brevetti, impianti e capitale umano nel nostro paese, e aver fatto affari anche attraverso i prodotti e i clienti derivanti dall’acquisizione di Numonyx (2010), all’inizio del 2014 ha aperto una procedura di licenziamento per 419 dipendenti, su un totale di 1.070. I sindacati hanno contestato tale decisione, perché gli esuberi in questione interessavano un numero ingente di competenze altamente specializzate, come ingegneri, tecnici e ricercatori, di un gruppo che fa ricavi da record e non mostra previsioni di decrescita, nel pur complesso mercato della microelettronica più avanzata.

Il 10 aprile dello stesso anno arriva l’accordo tra azienda e sindacati presso il ministero del Lavoro, che viene poi approvato a maggioranza dai lavoratori. Fiom, Fim e Uilm plaudono all’intesa, che non risolve tutti i problemi, ma scongiura i licenziamenti, mediante una cabina di monitoraggio composta dai dicasteri del Lavoro e del Mise e dalle istituzioni territoriali. Un anno dopo, il quadro è il seguente: 85 esuberi sono stati riassorbiti in Micron Italia nello loro stessa sede; un’altra sessantina hanno accettato una ricollocazione in una sede differente, soprattutto all’estero (Germania, Gran Bretagna, Usa); 174 assunzioni, poi, sono state effettuate da StMicroelectronics, selezionate all’interno degli esuberi; 91, invece, hanno accettato un incentivo all’esodo e si sono licenziati volontariamente nei siti di Agrate e Vimercate.

Proprio il 13 luglio si è finalmente conclusa la vertenza con la ricollocazione interna delle ultime 12 persone in eccedenza (di cui 11 appartenenti alla sede di Agrate-Vimercate, per le quali a maggio era stata aperta la mobilità). L'annuncio dell'azienda ai sindacati ha anticipato di qualche giorno l'incontro del 20 luglio al Mise, nel quale si è arrivati alla sottoscrizione dell'accordo.