"Lo scorso 11 dicembre è stata perpetrata un'inquietante rapina presso l’agenzia della Banca del Fucino in Via degli Scipioni a Roma, che si è protratta per quasi due ore. I rapinatori hanno tenuto i lavoratori sotto la minaccia delle armi fino all'apertura temporizzata della cassaforte. In questo lasso di tempo, li hanno addirittura costretti a comunicare ai clienti che si presentavano all'entrata l'indisponibilità dei servizi della banca per motivi tecnici". A riportare l'episodio in una nota è la Fisac Cgil di Roma e del Lazio che sottolinea come, qualche giorno dopo, il 15 dicembre, nella filiale di Corso d’Italia del Monte dei Paschi di Siena a Viterbo, sia avvenuta "un'altra rapina durata oltre 40 minuti, con lavoratori e clienti legati mani e piedi e stesi per terra".

"Fortunatamente e non certo grazie ai carenti sistemi di prevenzione antirapina - scrive il sindacato - si è evitato il peggio. In entrambi i casi il dato comune è l’assenza totale o parziale del servizio di vigilanza prestato dalle guardie giurate. Il risultato, un danno alla salute per fortuna limitato ad ansia, senso di imminente pericolo, perdita di sonno. In buona sostanza stress post-traumatico che diversi impiegati hanno purtroppo conosciuto".

"Non è più possibile risparmiare sulla pelle dei lavoratori per garantire stipendi sempre più alti ai dirigenti - denuncia la Fisac Cgil - Chiediamo di ripristinare immediatamente il servizio di vigilanza per tutto il tempo necessario a garantire la loro integrità fisica e psichica. La chiusura di molte filiali della Banca d’Italia ha inoltre ridotto le strutture deputate al movimento fondi per le banche, determinando quindi l’innalzamento degli importi di ogni singolo trasferimento di contante e rendendo più appetibili per la delinquenza organizzata i tentativi di rapina. La misura è colma".