Montecitorio invasa dalla Polizia locale. Muniti di bandiere, fischietti e pettorine di ordinanza, operatori di Polizia locale, da quella provinciale a quella municipale, provenienti da tutta Italia, hanno manifestato oggi a Roma, davanti alla Camera, dietro le parole 'Ora basta, tutti in piazza!'. Sono scesi in piazza - in occasione dell'iniziativa promossa da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - per rivendicare dignità e rispetto, ovvero “il riconoscimento del lavoro che, ogni giorno, la Polizia locale svolge a favore dei cittadini su tutto il territorio, dai più piccoli comuni alle grandi città”. 

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Gli operatori lamentano un grave ritardo, sia sul versante normativo che strettamente contrattuale. La legge, infatti, che regola il lavoro degli oltre 60 mila lavoratrici e lavoratori della Polizia locale, ha esattamente trent'anni (la 65 del 1986). Un impianto, come è stato denunciato oggi, non aderente alle nuove e stringenti necessità di sicurezza e di tutela del territorio. Così come non è adeguato rispetto alle tante attività che la Polizia locale svolge: non solo, quindi, quella più comunemente nota, come il lavoro di polizia stradale, ma anche il complesso di attività amministrative e urbane, i controlli in materia di edilizia e ambiente. Il tutto per arrivare al lavoro di polizia commerciale, antiabusivismo e giudiziaria, passando per l'insieme delle attività strategiche per il buon funzionamento della città.

Nel corso di questi trent'anni, denuncia il segretario nazionale della Fp Cgil, responsabile degli enti locali, Federico Bozzanca, “i tentativi di riordino della legge  65 del 1986 sono letteralmente naufragati, nel frattempo gli operatori di Polizia locale hanno subito una regressione di diritti, dalla malattia alla causa di servizio passando per l'equo indennizzo, senza alcun riconoscimento specifico rispetto all'attività che ogni giorno, su tutto il territorio, tra mille difficoltà, gli operatori assicurano”. Una 'scarsa considerazione' che si sostanzia, qui come per l'intero lavoro pubblico, nel blocco del rinnovo contrattuale e nel limite finanziario nella contrattazione decentrata: un 'veto' che ha impedito di ricercare quelle risposte di flessibilità e urgenza necessarie dettate dalle attività svolte, anche in funzione di una domanda che nel tempo è cambiata. 

Nel corso della manifestazione di oggi è stata anche ricordata, con grande commozione e rispetto, Sara Gambaro, 44 anni, agente della Polizia locale di Novara, morta pochi giorni fa mentre era in servizio, investita sulla tangenziale della città piemontese. I sindacati e gli agenti oggi in piazza hanno chiesto, anche attraverso gli incontri istituzionali che si sono parallelamente tenuti, “la reintroduzione di istituti disapplicati - spiega il segretario nazionale della Fp Cgil -, quali l'equo indennizzo e la causa di servizio, come punti per il riconoscimento della dignità e della professionalità di operatori che tutti i giorni, con sacrifici e rischi, garantiscono servizi ai cittadini”. La mobilitazione proseguirà dopo la grande giornata di oggi, centrata sia sui temi al centro della manifestazione, sia su questioni di carattere specifico. Uno di questi, qui come altrove, “lo sblocco del turn over per evitare - conclude Bozzanca - che l'aver posto insuperabili barriere all'ingresso devasti il corpo di Polizia locale”.