Alta adesione (oltre il 90%) allo sciopero di oggi, 3 dicembre, fra i 62 addetti di Cfp, che lavorano in un appalto presso l’azienda di logistica-facchinaggio Kuehne Nagel di Ubersetto di Formigine. La protesta di oggi, indetta dalla Filt Cgil di Modena e della Rsu aziendale, è per chiedere l’immediata accensione del riscaldamento in tutti e due gli stabilimenti di via Perdisa 51-53,  viste le basse temperature in molti locali. Alle ore 5 di stamattina, la temperatura era di zero gradi centigradi all’interno dei capannoni, e dopo l’accensione alle 9.30, la temperatura oscillava in alcuni locali tra i 6° e gli 11° c, con interi settori dove però il riscaldamento ha continuato a rimanere spento. La temperatura di 11° è stata raggiunta, comunque, solo nel locale dove lavorano i dipendenti diretti di Kuehne Nagel e non negli altri locali dove lavorano i 62 addetti di Cfp.

“Anche una temperatura di 11° rimane bassa e non a norma”, afferma Giulia Grandi, segretario della Filt di Modena, che sta presidiando da stamattina alle 5 i cancelli dell’azienda insieme ai lavoratori. A tale proposito, il sindacato ha fatto una segnalazione all’Asl, ed è attesa per oggi una visita dei medici di Medicina del lavoro per certificare la temperatura interna al magazzino e stabilire quale deve essere per legge. “Visto che il buon senso non è servito – aggiunge la sindacalista –, siamo stati costretti a far intervenire l’organismo competente per obbligare l’impresa a tenere una temperatura congrua”.

Kuehne Nagel lavora in appalto per Ferrari auto (si occupa di preparazione e spedizione di materiali destinati alle linee di montaggio) e a causa dello sciopero odierno, alcune attività della casa automobilistica modenese sono attualmente in sofferenza. Gli autisti che devono prelevare le merci hanno dimostrato solidarietà con i lavoratori di Cfp, tenendosi parcheggiati lungo la strada e stanno aspettando lo svolgersi dello sciopero. La mobilitazione proseguirà per tutta la giornata, e i lavoratori non intendono fermare la protesta, sino a che non saranno riconosciuti i loro diritti.