L'Italia ha due mesi per adeguare la propria legislazione a quanto previsto dalla direttiva Ue del 1989 per la sicurezza sul posto di lavoro. È l'ultimatum dato oggi dalla Commissione europea. Ne dà notizia l'Ansa. 

Scaduto il tempo supplementare concesso a Roma, Bruxelles procederà al deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia Ue. Nel mirino della Commissione sono finite le norme che esonerano i datori di lavoro dalle loro responsabilità in materia di sicurezza e salute dei lavoratori nel caso di delega di funzioni.

Nel dettaglio, la Commissione ha chiesto all'Italia di adottare le disposizioni necessarie ad assicurare la piena applicazione della direttiva che sancisce i principi generali relativi alla prevenzione dei rischi professionali e alla protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori.

La direttiva impone agli Stati membri di adottare provvedimenti legislativi per obbligare i datori di lavoro a procedere a una valutazione dei rischi e a adottare misure di prevenzione al fine di eliminare i rischi, in modo da ridurre gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Ma, rileva Bruxelles, il problema è che nel nostro paese la legislazione vigente esonera i datori di lavoro dalla responsabilità in materia di sicurezza e salute in caso di delega e di sottodelega di funzioni e pospone l'obbligo di elaborare una valutazione dei rischi in caso di nuova impresa o di modifiche sostanziali.

La richiesta è stata inviata sotto forma di un parere motivato nell'ambito dei procedimenti per infrazione dell'Ue.