Nei primi 5 mesi di quest’anno sono stati 180 gli amministratori minacciati, sindaci, assessori, consiglieri. Un fenomeno diffuso soprattutto al Sud, ma non solo, tanto che sono 15 le regioni Italiane in cui si sono registrati episodi di minaccia o intimidazione. Incendi, aggressioni fisiche, spari contro le abitazioni, utilizzo di ordigni, bastonate e tentativi di accoltellamento: un fenomeno gravissimo e per di più in preoccupante aumento, tanto che il prossimo 24 giugno Avviso Pubblico, la rete degli enti locali contro le mafie e la corruzione, ha deciso di promuovere la prima “Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro”, che si terrà a Polistena (RC), nella piana di Gioia Tauro. Tante le adesioni all’iniziativa, tra le quali quella della Cgil.

 

Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, ha spiegato ai microfoni di RadioArtiolo1 per la trasmissione “Piazza del Lavoro”, il significato di questa giornata di mobilitazione: “È la prima volta che promuoviamo una marcia del genere in Italia e lo facciamo perché dal nostro osservatorio registriamo un aumento impressionante delle minacce e della loro pericolosità. Nei primi 5 mesi di quest’anno – ha aggiunto Romani – abbiamo registrato 180 casi, praticamente uno e mezzo al giorno, ma molti altri sicuramente non vengono denunciati, perché c’è paura”.

Per Romani e per Avviso Pubblico è importante lanciare un doppio messaggio: “Il primo agli amministratore minacciati per dire loro che non sono soli. L’altro al paese per dimostrare che c’è una buona politica e una buona amministrazione che va difesa e diffusa”. Ma la marcia – alla quale hanno aderito moltissimi soggetti della società civile, tra cui la Cgil – guarda anche al Parlamento, “che deve approvare norme specifiche per garantire maggiore protezione e sicurezza agli amministratori sotto tiro e strumenti in più agli investigatori e allo Stato”, ha concluso Romani.

Tra gli amministratori ai quali la marcia vuole portare solidarietà c’è anche il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, più volte intimidito e minacciato. “Molti sindaci, soprattutto al Sud, vivono un senso di abbandono da parte delle Istituzioni più importanti, a partire dal Governo – ha detto il primo cittadino ai microfoni di RadioArticolo1 – mancano le risorse necessarie a dare risposte sociali e senza di quelle un sindaco rischia di non essere più un punto di riferimento per i cittadini”. Tripodi ha affrontato poi il tema della paura: “Un sentimento umano, che deve però essere controllato e con il tempo sostituito dal coraggio per portare avanti quella che io chiamo ‘un’ideologia dell’antimafia’, ovvero un sentimento profondo che ci spinge a combattere le mafie per i danni enormi che hanno fatto e fanno ai nostri territori e all’Italia”.

Quello di Polistena è il primo territorio della Calabria in cui è nata una cooperativa su un bene confiscato. Ma è anche un comune in cui “gli amministratori non si sono mai piegati alla ‘ndrangheta”, ha ricordato don Pino de Masi, parroco di Polistena e referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro. “La scelta di Polistena per la marcia va letta così – ha detto il parroco – sottolineando che anche la chiesa, pur nella distinzione dei ruoli, è accanto alla Stato in questa lotta”. Una lotta che De Masi definisce come una “nuova Resistenza”, perché, dice, “tra Vangelo e mafia non può esserci compatibilità”.

“Ci auguriamo che tutti i media, a partire dal servizio pubblico, vogliano seguire e dare voce a quanti, dagli amministratori ai cronisti ‘sotto tiro’, hanno scelto di contrastare, ogni giorno, mafie, corruzione, malaffare”, ha detto Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, ai microfoni di RadioArticolo1, annunciando l’adesione del sindacato dei giornalisti alla Marcia. “E chiederemo alla Rai di trasmettere in diretta questo evento”, ha concluso Giulietti.