"Se nel comparto sanità le Marche sono classificate come 'regione virtuosa', avendo raggiunto l'equilibrio finanziario, va ricordato che questo è avvenuto grazie al sacrificio degli operatori della sanità regionale, che hanno garantito le prestazioni, nonostante le pesanti limitazioni al turn over, quale diretta conseguenza ai tagli sulla spesa del personale che si sono succeduti in questi ultimi anni, determinando, fra l'altro, maggiori carichi di lavoro e peggioramento delle condizioni di lavoro. Così Alessandro Pertoldi, segretario generale della Fp Cgil Marche.

"È necessario un deciso 'cambio di rotta', sapendo che è in gioco la possibilità di poter continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza per i cittadini. È necessario ricominciare a investire per il diritto di tutti alla tutela della salute. Anche nella nostra Regione si subiscono gli effetti di norme statali sbagliate, che impongono ulteriori riduzioni della spesa del personale anche per i prossimi anni. Il nostro Servizio sanitario regionale non può reggere un ulteriore taglio alla spesa del personale, dopo le manovre finanziarie regionali di contenimento dell'ultimo quadriennio, che hanno determinato una significativa diminuzione di operatori sanitari. Senza dimenticare, che i lavoratori della sanità stanno subendo gli effetti negativi del blocco del rinnovo contrattuale dal 2009", aggiunge il dirigente sindacale.

"La stessa Regione Marche, nel recente passato, ha dovuto ammettere che i tagli operati sui livelli occupazionali e sulla spesa del personale sono stati significativi. Un'ulteriore manovra sulla spesa del personale avrà conseguenze dirette sui cittadini marchigiani, in quanto determinerà inevitabilmente un peggioramento sui versanti della qualità e della quantità di servizi e prestazioni, con rischi concreti sul piano occupazionale per i lavoratori della sanità marchigiana, soprattutto per i lavoratori precari. Va ricordato che al 31 dicembre 2014, nella sola Asur (con esclusione, quindi, delle aziende ospedaliere Torrette e Marche Nord, nonché dell'Inrca), erano presenti 1.407 precari, distinti fra 881 contratti a tempo determinato e 526 Cococo e convenzioni. Si tratta prevalentemente di medici e infermieri, nel ruolo sanitario e di operatori socio-sanitari nel ruolo tecnico", continua l'esponente Cgil. 

"Il tema dell’adeguamento delle dotazioni organiche e della stabilizzazione dei troppi precari deve tornare ad essere centrale, e perciò ribadiamo le nostre richieste al nuovo presidente della Giunta regionale, riassumibili in quattro priorità: avvio del processo di stabilizzazione degli operatori precari; garanzia per il 2015 della copertura del turn over al 100% del personale in ogni area vasta e azienda ospedaliera, con particolare riferimento alle figure professionali legate all’attività assistenziale; messa a disposizione delle risorse regionali da destinare, attraverso la contrattazione decentrata, per accompagnare i processi di riorganizzazione; salvaguardia dei lavoratori delle cooperative sociali che operano nell’area delle fragilità sociali, dai servizi della salute mentale, alle dipendenze patologiche, alla disabilità”, rileva ancora il sindacalista.

"Ma è anche il momento di porsi qualche domanda sul modello organizzativo della sanità marchigiana, alla luce delle sempre minori risorse finanziarie. L'Asur rappresenta o no un costo ulteriore per il nostro sistema sanitario regionale? Invece, non sarebbe logico un modello 'semplificato', imperniato su di un forte ruolo di indirizzo, coordinamento e controllo della Regione, e una gestione in capo alle aree vaste dotate di personalità giuridica"? si chiede infine Pertoldi.