Il comitato direttivo della Fiom Cgil di Perugia si è riunito martedì 17 marzo a Gualdo Tadino per sottolineare l’urgenza di una risposta alla deindustrializzazione in atto nella fascia appenninica umbra. Le tute blu della Cgil chiamano in causa Confindustria, Regione e Governo sull’accordo di programma, "che deve davvero rilanciare l’occupazione e recuperare le professionalità degli ex lavoratori Merloni oggi in mobilità".

La Fiom di Perugia "ritiene non più rinviabile un piano industriale per la Jp Industries, che tracci un percorso chiaro e dia finalmente avvio alla produzione, con gli obiettivi di crescita aziendale, stabilizzazione dell’occupazione e continuità produttiva, sulla base degli impegni presi dall’azienda al Mise e con i commissari del fallimento Antonio Merloni".

Il direttivo "ha anche espresso preoccupazione per la vertenza Trafomec, che a distanza di un anno dall’accordo di ristrutturazione aziendale, non ha dato le sperate risposte positive ai lavoratori ancora dipendenti, né a quelli licenziati, in relazione alla continuità produttiva, alla ricapitalizzazione aziendale, al pagamento delle competenze economiche dovute e concordate con sindacato e lavoratori".

Nell’imminenza della campagna elettorale per le elezioni regionali in Umbria la Fiom provinciale "chiede ai partiti e ai candidati di aprirsi al confronto sui temi del lavoro, dei diritti e dello sviluppo, a partire dal Piano per il lavoro, promosso dalla Cgil dell’Umbria, per fronteggiare la regressione della regione verso parametri economici e sociali tipici del meridione d’Italia".

In preparazione della manifestazione nazionale del 28 marzo a Roma, il comitato direttivo "ha dato mandato alla segreteria di Perugia di chiedere un incontro con le associazioni, i movimenti e le organizzazioni degli studenti operanti sul territorio, per condividere con loro le motivazioni della mobilitazione della Fiom su diritti, lavoro, democrazia, giustizia sociale e legalità", concludono i metalmeccanici della Cgil perugina.