Il biennio 2008-2009 ha rappresentato per il settore dell'editoria una crisi "tra le più acute della sua lunga storia, con un fatturato complessivo in forte arretramento" e nei primi mesi del 2010 non ci sono segnali positivi, anzi "i motivi di preoccupazione non sono venuti meno e sono tali da portare a considerare la situazione dell'editoria giornalistica ancora immersa in uno stato di crisi". La denuncia arriva dalla Fieg, con la relazione sullo stato del settore nel biennio 2007-2009 presentato oggi (22 aprile) alla Camera.

Eppure - proseguono gli editori - "com'era lecito attendersi" - interventi di politica industriale di ampio respiro diretti ad attenuare gli effetti della congiuntura e, in prospettiva, a "correggere storture legislative e di mercato per promuovere processi di adattamento al nuovo ambiente mediatico". E la stessa azione di governo è causa di questa situazione, a loro giudizio, visto che "non solo non è intervenuto per attenuare gli effetti di una congiuntura difficile e per allentare quei nodi strutturali che soffocano il settore, ma ha operato in senso contrario con la soppressione delle tariffe postali agevolate". Al contrario, sono state adottate misure "che non è improprio definire punitive per il settore".