Martedì 8 maggio, a Roma, alle ore 18.00, presso la Feltrinelli Libri e Musica (Galleria Alberto Sordi, Piazza Colonna 31/35) la Casa editrice Ediesse presenta il libro di Francesco M. Biscione dal titolo:

Il delitto Moro e la deriva della democrazia.

L’autore ne parla con Miguel Gotor, Agnese Moro e Adolfo Pepe.


Il 9 maggio del 1978
, dopo una prigionia di 55 giorni, il corpo di Aldo Moro fu ritrovato in via Caetani, a Roma. A distanza di trentaquattro anni da quel ritrovamento si continua a discutere sulle ragioni e sui mandanti di quel rapimento, ma soprattutto ci si continua a interrogare sulle conseguenze che quel tragico evento ha avuto - e continua ad avere - sulla vita democratica del nostro paese. Nel libro Francesco Biscione sostiene che l’attuale crisi politica affonda le radici nella sconfitta della politica di solidarietà democratica che si realizzò con l’omicidio di Aldo Moro. La scomparsa di Moro determinò l’interruzione del percorso repubblicano-costituzionale all’origine della rinascita del paese.


Il libro

Francesco M. Biscione
Il delitto Moro e la deriva della democrazia
Collana Saggi, pagine 148, prezzo 10 euro

Il libro – costituito da alcuni saggi e studi recenti (2008-10) – propone un’interpretazione della crisi politica del paese che vede l’origine della fase attuale nella sconfitta della politica di solidarietà democratica. L’omicidio di Aldo Moro (1978), l’uomo politico che con maggior lucidità aveva diagnosticato l’incipiente crisi di regime e stava lavorando a una ricomposizione degli equilibri politici, non segnò solo la fine della politica di solidarietà. Quell’episodio, anche per le sue modalità, interruppe il percorso del progetto democratico-costituzionale che era stato alla base della rinascita del paese, con la conseguenza di snaturare il senso della convivenza nazionale e costringere le istituzioni repubblicane a torsioni innaturali. Dopo il delitto Moro la politica italiana si è caratterizzata per una linea di divisione (che si è ripresentata in varie forme: il preambolo Dc nel 1980, il craxismo, il berlusconismo) che ha comportato l’esclusione «programmatica» di settori essenziali della società (sia masse, sia élite politiche) dall’esercizio del potere. Questa linea di divisione (che perdura ed è all’origine della crisi politica attuale) caratterizza, da oltre un trentennio, una fase di declino civile e politico del paese che la cultura e la politica democratiche non hanno ancora valutato in tutta la sua portata.