“Lo spacchettamento, più che rispondere a una logica di governo dei settori, segue evidentemente esigenze politiche interne alla maggioranza. Ed è tutto quello che non avremmo voluto vedere in questo difficile passaggio”. Così la Flc Cgil commenta la decisione del presidente del Consiglio Conte di sostituire il titolare del dicastero dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, dimessosi mercoledì 25 dicembre, tornando alla nomina di due ministri: la sottosegretaria Lucia Azzolina per la Scuola e il rettore della Federico II di Napoli, nonché presidente della Conferenza dei rettori, Gaetano Manfredi, per l'Università e la ricerca.

“Ci sembra un passo indietro rispetto all'idea che esista una filiera della conoscenza su cui fare un grande investimento come Paese”, prosegue la Flc, augurando buon lavoro ai due nuovi responsabili. Il sindacato contesta anche l’annuncio del premier sull'introduzione dell'Agenzia nazionale per la ricerca allo scopo di rilanciare il settore: “Confermiamo tutti i dubbi, le contrarietà e le critiche che abbiamo più volte rivolto all'Agenzia, rischia di essere un carrozzone burocratico che riporta nelle mani della politica la libertà della ricerca in Italia”.

Per la Federazione della conoscenza “le risposte agli interrogativi forti espressi da Fioramonti con le sue dimissioni non sono arrivate”. Restano del tutto intatte “due questioni sostanziali: quale impegno del governo per trovare le risorse necessarie per l’intero sistema dell'istruzione e della ricerca; quali riforme strutturali adottare, nel medio e nel lungo periodo, per restituirgli equilibrio e dignità”.

Senza queste risposte decisive, per la Flc “il rischio paventato da Fioramonti resta del tutto inalterato e i due neoministri potrebbero ritrovarsi nelle stesse condizioni di debolezza e fragilità”. In conclusione, la Federazione si augura “di essere smentita nei prossimi giorni” e promette il massimo impegno affinché “sia così, a partire dal rispetto delle intese sottoscritte e dalla stesura del Documento di economia e finanza”.