Discriminazione, mobbing, vessazioni, ordinarie ingiustizie, crisi, povertà assoluta e relativa, ecco cosa accade alle donne, alle loro famiglie e ai loro figli, alle immigrate, alle persone con disabilità, alle lavoratrici in maternità o da poco diventate mamme, ancora oggi considerate dalle aziende poco produttive. È l’emergenza che si trovano ad affrontare quotidianamente le operatrici dello Sportello Ascolto di Napoli.

Ma per capire meglio l’attività svolta, che possiamo definire un’intuizione sindacale innovativa, vediamo alcuni casi concreti che si sono presentati.

Antonella Pagliara, segretaria regionale della Slc Cgil e operatrice volontaria dello sportello racconta: “Seguendo delle aziende sul territorio di Napoli e provincia ho avuto la possibilità di informare sin da subito le lavoratrici e i lavoratori della nascita di questo sportello e sin da subito c’ è stata una buona corrispondenza da parte delle lavoratrici. La categoria a cui appartengo rappresenta una platea prettamente femminile, circa l’80 per cento, per cui non è stato difficile intercettare donne e, in qualche caso uomini. Molte lavoratrici, infatti, si sono rivolte a noi chiedendo dapprima informazioni alle delegate, alla nostra segreteria e poi, una volta trovato il coraggio, si sono presentate allo sportello e hanno chiesto un intervento per se, talvolta per amiche, parenti o conoscenti. La conoscenza dello sportello si è diffusa a macchia d’olio e le donne delle aziende che seguo, hanno avuto la possibilità di iniziare tempestivamente un percorso a trecentosessanta gradi, con un supporto psicologico, legale e soprattutto umano. Hanno avuto così la possibilità di essere ascoltate e indirizzate in molti casi con successo.

L’obiettivo, sicuramente ambizioso, è quello di fare prevenzione e contrastare ogni forma di violenza contro le donne sia in ambito familiare, sociale, che lavorativo.

Con lo sportello si condividono le buone prassi, idonee a rendere omogenei gli interventi di sostegno, tutelare le donne attraverso una rete attiva, tutelare chi denuncia.

Purtroppo sempre più spesso le donne che si rivolgono a noi dichiarano di essere state dissuase dal proseguire con la denuncia da parte delle forze dell’ordine. La Cgil da sempre si batte per i diritti delle donne e attivando questo sportello di ascolto ha voluto offrire un contributo a questa battaglia di civiltà. Contro questa dramma che si consuma, spesso in silenzio, all’interno dei nuclei familiari, c’è bisogno sicuramente di leggi efficaci, ma soprattutto di comprensione, umanità e continuo sostegno in un percorso di denuncia e di liberazione da un incubo”.

Anche Carmen De Stefano, operatrice volontaria delegata della Fillea napoletana, ha offerto la sua disponibilità a partecipare allo Sportello Ascolto ed accogliere le donne che si presentano. “Una di queste è Anna – afferma Carmen –, a cui do un nome di fantasia, ha 40 anni e racconta di una violenza domestica subita fin da piccola dal padre, oggi uomo anziano, e poi dal marito. È convinta di voler denunciare questi abusi subiti, ma quando telefonicamente la invito a presentarsi al nostro sportello dice di essere impegnata e di avere difficoltà a raggiungerci. Comunque la nostra telefonata l’ha rasserenata, e si dice contenta di aver trovato un punto diriferimento a cui rivolgersi quando è in difficoltà. Diverso il caso di Lucia (nome di fantasia), circa trent’anni, che lavora presso un’azienda commerciale, e appare smarrita e preoccupata.

Dopo il nostro invito a calmarsi inizia a raccontare nei dettagli tutti i soprusi e le vessazioni subite a lavoro che si concludono poi con il licenziamento.

Abbiamo poi deciso di approfondire la tematica attraverso la consulenza dell’Ufficio vertenze della Cgil.

Ho poi accolto una signora tra i 40 e i 45 anni, Loredana (ancora un nome di fantasia) che proveniva da un quartiere a rischio. Ho cercato subito di metterla a suo agio perché mi sembrava turbata e a disagio, e ha iniziato così il suo racconto. I carabinieri le avevano consigliato di rivolgersi allo sportello della Cgil, viveva con la mamma anziana, era separata da tempo da un marito con problemi di giustizia, e per sopravvivere faceva la collaboratrice domestica seppur con grandi difficoltà a trovare lavoro per il solo fatto di abitare a Scampia. Diceva di essere perseguitata da alcuni uomini che la molestano, anche telefonicamente, tutte cose denunciate ai carabinieri che l’hanno invitata a recarsi presso lo Sportello Ascolto.

Le abbiamo offerto la nostra consulenza gratuita con la psicoterapeuta, e l’abbiamo indirizzata verso un percorso terapeutico”.

Ma poi ci sono altre storie come quelle che racconta Luana Di Tuoro, segretaria provinciale Filcams Cgil: “Manuela, giovane lavoratrice in maternità presso una piccola azienda, è stata ripetutamente contattata informalmente dall’amministrazione aziendale e invitata a dimettersi. La lavoratrice si è rivolta a noi non solo per problemi lavorativi, ma anche per il suo disagio economico dovuto soprattutto al mancato riconoscimento delle retribuzioni persino nel periodo della maternità obbligatoria, dove a pagare è l’Inps, ma ad anticipare è l’azienda.

Il nostro intervento si è basato su una presa in carico da parte dell’Ufficio vertenze Cgil per quanto riguarda le retribuzioni, e per la parte solidale attraverso l’affidamento ad un’associazione del banco alimentare che con lo sportello ha siglato il protocollo di intesa.

Anna, invece, si è rivolta a noi per un problema di violenza domestica. Durante l’ascolto emerge un ulteriore dramma legato al suo disagio psicofisico che incide di riflesso sulla sua condizione lavorativa. Il nostro intervento, anche in questo caso, è stato duplice, affidando, in primo luogo, la lavoratrice alle cure della psicoterapeuta e attivando, al contempo, con la categoria sindacale di riferimento, un percorso di mediazione con il datore di lavoro che ci ha condotto alla soluzione positiva del caso scongiurando l’ennesimo licenziamento. Maria è una lavoratrice immigrata che al di fuori del posto di lavoro ha problemi di stalking. Tramite una delegata Cgil, viene accompagnata al nostro sportello dove, con il supporto delle istituzioni di riferimento e del nostro legale, riusciamo a risolvere in breve tempo questo caso”.