Procedere con urgenza ad una riforma della legge sulla cittadinanza che contenga tre principi fondamentali: certezza e trasparenza dei tempi e delle procedure; un abbassamento dei tempi di naturalizzazione, allineandoci alla media dei paesi Europei; l’introduzione dello “jus soli” per riconoscere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da famiglie straniere ivi residenti o dei bambini giunti in Italia, a seguito delle famiglie, in tenera età e che hanno frequentato le nostre scuole. E’ questa la richiesta avanzata dal responsabile dell’ufficio immigrazione della Cgil, Pietro Soldini nel corso dell’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera in merito all’indagine conoscitiva nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti “Nuove norme sulla cittadinanza”, ossia la riforma della Legge 91/1992.

“L’esigenza che abbiamo
- ha detto Soldini nel corso dell’audizione - è quella di rispondere alle aspettative di 800mila bambini che sono a tutti gli effetti, tranne che per la legge, nuovi cittadini italiani, e di qualche milione d’immigrati che vivono stabilmente nel nostro paese”. “Non nascondo - ha concluso Soldini - un certo pessimismo rispetto al fatto che il Parlamento possa varare una soddisfacente riforma della legge sulla cittadinanza che risponda a criteri di integrazione dei nuovi cittadini nella comunità nazionale di fatto e di diritto, ma spero vivamente di essere smentito”.