Daniel Taddei è stato confermato segretario generale della Cgil di Macerata. Taddei è stato rieletto all’unanimità dal congresso provinciale della Camera del lavoro che si è svolto venerdì scorso, 26 ottobre. Una data non casuale, considerando che, proprio quel giorno, cadeva l’anniversario dei primi due anni dal sisma che ha colpito mezza provincia.

L’assemblea è stata l’occasione per tracciare un bilancio dell’occupazione negli ultimi anni, ma anche per parlare di due eventi di cronaca recente particolarmente gravi, e cioè l’omicidio di Pamela Mastropietro e la tentata strage di Luca Traini.

È un quadro negativo sul fronte del lavoro, quello tracciato da Taddei in apertura dei lavori del congresso, dal momento che negli ultimi dieci anni sono stati persi 10 mila posti. Una cifra importante rispetto al totale di 35 mila persi in tutta la regione. Sul capitolo sisma il segretario rilancia: “Siamo a due anni dalla prima scossa del 26 ottobre: dobbiamo dire che, purtroppo, la situazione è insostenibile sia dal punto di vista emergenziale con i gravissimi casi di irregolarità riscontrati, sia dal punto di vista dei cittadini, costretti a lasciare le casette per le condizioni in cui sono state costruite. I sindaci sono stati lasciati affogare nell'emergenza. La Regione dovrebbe chiedere scusa a questo territorio, ai lavoratori, alle imprese, agli agricoltori e agli sfollati”.

Quindi, il focus sull’economia: “Il tessuto economico e produttivo non riparte, la ricostruzione è ai primi passi e le persone non riescono a riappropriarsi del loro territorio. La nostra provincia, rispetto al 2008, ha perso più di 10 mila posti di lavoro”. Insomma, un bilancio “fallimentare”. 

Infine, uno spunto per riflettere sui casi di Pamela Mastropietro e Luca Traini. “Abbiamo cercato di capire quale fosse la risposta migliore da dare – dice Taddei –, abbiamo contattato, sin da sabato pomeriggio, l’Anpi, la Cisl, la Uil, i sindaci, i rettori delle università e la segreteria nazionale della Cgil. Credevamo occorresse una risposta alta, istituzionale, collettiva e inclusiva ma che, soprattutto, rispettasse il territorio. Così, purtroppo, non è stato per fughe in avanti e ritardi decisionali. La discussione da intavolare non può essere una contrapposizione duale; la democrazia è ascolto, interpretazione e proposta. La risposta da dare a Macerata doveva essere più articolata. La tragedia di Pamela e la tentata strage di Traini rappresentano la crisi di un sistema che sta fallendo”.