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“Non è polemica, sono dati oggettivi, il decreto Poletti sui contratti a termine doveva dare una scossa all'occupazione, noi sostenevamo che avrebbe trasformato altre tipologie in contratti a termine, ma senza una politica economica di ripresa della domanda non avrebbe avuto effetti sull'occupazione in valore assoluto e i dati confermano che l'unica cosa che è aumentata è la precarietà”. Così il segretario nazionale della Cgil, Serena Sorrentino, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat.
“I dati relativi al mese di luglio - sottolinea la dirigente sindacale - certificano che diminuisce l'occupazione anche rispetto a luglio del 2013 (il tasso di occupazione, pari al 55,6%, infatti, diminuisce di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima) e che la disoccupazione aumenta (il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 220 mila, aumenta del 2,2% rispetto al mese precedente (+69 mila) e del 4,6% su base annua (+143 mila), anche rispetto al mese di giugno dove si registra un aumento di 0,3 punti percentuali)”.
“Dietro i numeri - aggiunge Sorrentino - c'è un Paese che non solo non riparte ma va indietro proprio sul lavoro che dovrebbe trainare la ripresa. La riforma degli ammortizzatori con garanzie per tutti, la riduzione della precarietà con un diritto del lavoro più semplice e chiaro, e diritti anche per i precari sono obiettivi che si possono realizzare nel jobs act che ci pare, invece, prosegua su un binario che porta al deragliamento”.
“Ma anche la migliore riforma del lavoro - conclude la sindacalista della Cgil - per avere effetti avrà bisogno di una politica che fa investimenti nei settori pubblici, che hanno una funzione anticiclica e laddove continuiamo ad assistere a tagli, e nel privato, dove onestamente non è che ci sia una politica industriale del Governo inefficace, risulta proprio non pervenuta”.