“In Italia quando le cose si complicano, si cerca sempre di tirarle a lungo il più possibile”. Il che significa che vi aspettate che la trattativa si concluda con un nulla di fatto? “A oggi mi sembra l’esito più probabile”. Giovanni Centrella, segretario dell’Ugl, intervistato dalla Discussione prevede che in Parlamento la riforma verrà lasciata morire. Ma puntualizza: “La riforma per noi deve essere portata a termine, una volta ottenute quelle modifiche che abbiamo chiesto, in particolar modo sul fronte dei licenziamenti economici. Lo ribadiamo: vogliamo che sia inserito il reintegro e che tutto passi in mano al giudice. Non ci dispiacerebbe nemmeno se venisse prolungata la mobilità, perché i tempi si sono accorciati dal 2017 al 2016 e preferiremmo non dover rinunciare a quell’anno in più”.

Non manca nemmeno una polemica (senza far nomi) con la Uil. Gli chiedono: Il governo vi aveva presentato la riforma in un modo mentre nero su bianco è stato scritto dell’altro? “Non è così – risponde Centrella –. Sapevamo come stavano le cose e il testo che ci è stato presentato è lo stesso che è giunto in Consiglio dei ministri. Chi dice diversamente fa solo tattica”.