“Non si può tollerare che si utilizzino falsità per giustificare una posizione di chiusura a qualsiasi confronto con il sindacato”. È il commento del segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, alle dichiarazioni del presidente dell’ Asstra (l’associazione delle società ed enti del trasporto pubblico locale) Marcello Panettoni, sullo sciopero nel trasporto pubblico locale di lunedì 10. Secondo il numero uno della Filt, “mente sapendo di mentire chi sostiene che il contratto della mobilità costa il 20 per cento in più rispetto ai normali rinnovi contrattuali, infatti abbiamo già dimostrato e reso noto anche al governo e alle regioni che quanto sostenuto non trova alcun riscontro nella piattaforma contrattuale”.

“Le ragioni dell’opposizione al contratto - sottolinea Nasso - sono invece evidenti e risiedono nella difesa di un sistema indisponibile a qualsiasi ipotesi di riforma e di cambiamento”. Secondo il sindacalista “si alimenta il conflitto per difendere interessi e posizioni di comodo che nulla hanno a che fare con l’interesse dei cittadini che finanziano il trasporto pubblico attraverso le risorse dello stato e delle regioni”.

La posizione di Asstra e Anav secondo Nasso “è incomprensibile e irresponsabile e sostenuta da falsità e bugie con le quali si impedisce il negoziato, negando, attraverso il nuovo contratto, il diritto legittimo dei lavoratori all’adeguamento del reddito ed alla difesa del potere d’acquisto dei salari. “Abbiamo più volte sollecitato - prosegue il dirigente della Filt - le istituzioni nazionali e locali ad intervenire per interrompere una volta per tutte questa logica perversa di Asstra e Anav che alimenta il conflitto in attesa che Governo, regioni e enti locali aprano i cordoni della borsa per finanziare un sistema refrattario a qualsiasi ipotesi di cambiamento e di riforma”.

Per Nasso “i cittadini devono avere chiaro dove stanno le responsabilità considerato che la piattaforma è stata inviata lo scorso febbraio e non c’è stato fino ad oggi neanche un incontro con le controparti e tutto ciò - sostiene infine il sindacalista - avviene in un delicatissimo settore dei servizi pubblici che richiederebbe ben altra responsabilità da parte di tutti”.