'Stop agli scippi'. È lo slogan che accompagnerà, Il 14 dicembre prossimo, lo sciopero generale di Castrovillari (Cosenza), proclamato da Cgil, Cisl e Uil. L’agitazione arriva a conclusione di un lungo percorso di mobilitazione sindacale. “È uno sciopero che nasce da lontano – spiega Angelo Sposato – segretario della Camera del lavoro locale –, di tutto un territorio esasperato dai ripetuti tagli ai servizi sociali, ai trasporti, alla sanità, alle infrastrutture pubbliche, che hanno finito per acuire una situazione già di per sé assai grave. La riduzione dei fondi a disposizione si è tradotta nella chiusura di ospedali, tribunali e caserme, nella soppressione o nel pesante ridimensionamento di componenti essenziali dello Stato, come giudici di pace, vigili del fuoco, agenzia delle entrate, nel mancato finanziamento dell'appalto del macrolotto della statale 106 - la principale strada di collegamento sul versante jonico -, portando la nostra zona in uno stato di totale abbandono, nonché di isolamento, sul piano della mobilità, con le altre città e regioni del Paese”.

A tutto ciò, si aggiungono la desertificazione industriale e il depauperamento dei siti produttivi nel territorio. Una notizia positiva, invece, arriva dal fronte delle vertenze in atto, quella riguardante Italcementi, dove il sindacato è riuscito a scongiurare la chiusura dello stabilimento locale e a mantenere inalterati i livelli occupazionali. “La nostra lotta ha pagato – osserva Sposato –, e i lavoratori dell'impianto hanno sospeso lo sciopero della fame, pur mantenendo il presidio sindacale in azienda, in attesa della conclusione della vertenza nazionale, dove peraltro si è già ridotto il numero di esuberi e casse integrazioni, inizialmente preventivato”.

Nelle intenzioni dei confederali, quella del 14 sarà una giornata di lotta popolare, aperta a tutti: studenti, associazioni del terzo settore, movimenti no profit, liberi professionisti, cittadini. “Costituirà un punto di partenza per noi – aggiunge Sposato –, perchè abbiamo intenzione di organizzare al più presto una conferenza di programma, per attuare un piano del lavoro con investimenti pubblici e dei gruppi nazionali attraverso la contrattazione territoriale, e recuperare un modello produttivo teso al rilancio della nostra area, assieme a un nuovo patto di legalità con una rete sociale aperta. Insomma, rimbocchiamoci le maniche e ricominciamo!”