“Le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Carige hanno pagato e stanno pagando il prezzo più pesante in termini di perdita di occupazione, di retribuzioni, di condizioni di lavoro, pur in assenza di qualsiasi responsabilità nelle vicende che hanno coinvolto Carige dal 2013”. A dirlo sono la Cgil di Genova e della Liguria, la Fisac Cgil di Genova e della Liguria e la Fisac Carige, chiedendo “che cessi questo gioco al massacro, che sia perseguita con determinazione e responsabilità la ricerca della stabilità e che, finalmente, sia fatta chiarezza sulle prospettive future di questa azienda, di chi lavora al suo interno e delle loro famiglie”.

Il sindacato ricorda che “il numero delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo bancario Carige, che a fine 2012 era di 5.434 dipendenti, a fine marzo 2018 ammontava a 4.589, con obiettivo del piano industriale di 3.900 dipendenti. Una riduzione del 30 per cento, per un totale di oltre 1.500 posti di lavoro perduti. Un numero impressionante, senza calcolare il numero indefinito dei posti di lavoro persi nel cosiddetto indotto, ad esempio tra le lavoratrici e i lavoratori delle imprese di pulizia o delle diverse aziende fornitrici”. Cgil Genova e Liguria, Fisac Cgil Genova e Liguria, Fisac Cgil Carige così concludono: “I lavoratori sono stati tra i pochi a operare per il rilancio della banca, tutelandone la reputazione, come sanno bene correntisti, investitori e risparmiatori che hanno quotidianamente a che fare con loro, ma sono anche paradossalmente del tutto assenti dalle discussioni e dai commenti di questi giorni”.