Sono giornate di angoscia quelle che stanno vivendo i 600 lavoratori del call center Qè di Paternò (Catania). Da due mesi non percepiscono gli stipendi, ma soprattutto non hanno alcuna certezza sul proprio futuro. Per domani (venerdì 15 luglio), intanto, è fissato il tavolo di crisi alla Prefettura di Catania (alle ore 11) tra azienda e sindacati, con la partecipazione anche del Comune di Paternò. In quest’occasione il proprietario della società bresciana, Patrizio Argentero, dovrà confermare o smentire le voci sulla chiusura dell’azienda (la più grande della cittadina) che si rincorrono ormai da giorni.

Il call center Qè annovera importanti committenti (come Enel energia e Transcom), eppure sembra attraversare un periodo di notevoli difficoltà, con perdite che si annunciano intorno ai sei milioni di euro: un rosso di bilancio che sembra essere il preludio di un fallimento. Ma tutto è avvolto nell’incertezza, visto che – come denunciano Slc Cgil e Fistel Cisl – è stato finora impossibile avviare un dialogo con i vertici aziendali. Certamente, gli ultimi trascorsi non fanno ben sperare: nell’aprile 2015 è iniziata la cassa integrazione, nell’aprile 2016 sono stati licenziati circa 200 lavoratori a progetto, mentre in maggio sono scattati i contratti di solidarietà, che hanno comunque evitato i 90 esuberi richiesti dall’azienda. Ed è sempre da maggio che gli stipendi non vengono versati (quindi le mensilità arretrate attualmente sono due).

La mobilitazione dei lavoratori, però, è già pienamente attiva. Il 7 luglio scorso i dipendenti hanno scioperato e organizzato un corteo, partito da piazza Indipendenza e concluso davanti alla sede del Consiglio comunale di Palazzo Alessi (una delegazione ha poi incontrato il sindaco Mauro Mangano e alcuni consiglieri regionali e comunali). I sindacati, intanto, stanno ragionando su come riuscire a ottenere gli stipendi arretrati: le ipotesi in campo sono il contatto con i committenti del call center, in modo da farseli versare direttamente da loro, oppure l’avvio dei decreti ingiuntivi.