"Abbiamo appreso da circuiti informali e dai mass media, che giovedì 26 marzo l'amministrazione comunale di Bologna ha approvato il bilancio. Decisione che, a questo punto, è stata presa senza nemmeno la riconvocazione del tavolo con le parti sociali, che aveva visto vari incontri, approfondimenti, l'emergere di posizioni diverse, e forse, talmente lontane da non poter facilmente convergere in un accordo ma che, nel rispetto delle buone e corrette relazioni sindacali, avrebbero dovuto avere un momento di sintesi definitiva, finalizzata anche solo a rendere esplicite le differenti posizioni". Così Cgil, Cisl e Uil di Bologna.

"Ne deriva che su un tema così importante per tutta la popolazione bolognese, e in un momento difficile per gran parte di lavoratori e pensionati, l'amministrazione comunale si è assunta la responsabilità di colmare il calo delle risorse, derivanti dalla legge di Stabilità, e non solo, in maniera del tutto unilaterale, contravvenendo a una prassi consolidata di questo territorio che, pur nelle difficoltà, ha sempre visto nella contrattazione sociale e territoriale un momento importante di sintesi, fra interessi diversi, nonché di esercizio della democrazia; una pratica che ci ha sempre contraddistinto positivamente sull'intero territorio nazionale e che intendiamo comunque continuare a perseguire", proseguono i sindacati.

"Ancora una volta, la manovra graverà sulle spalle dei 'soliti noti': aumento dell'Irpef, della tassa sui rifiuti, dell'Imu, e previsione dell'aumento della Tasi di un punto dal 2016, oltre a tagli alle risorse, soprattutto nel settore sociosanitario, in un momento di crisi senza precedenti, che vede già una drastica riduzione del reddito disponibile, unito a un aumento esponenziale dei bisogni. Per questo, al momento, non possiamo che esprimere la nostra netta contrarietà a un'operazione che riteniamo sbagliata, tanto nel merito quanto nel metodo", concludono le tre sigle.