Si è tenuta il 20 novembre, presso il Grande Albergo di Potenza, la tavola rotonda “Piano del lavoro: costruire un nuovo sistema di welfare locale”, voluta da Cgil Basilicata e Spi Cgil Basilicata, per parlare di Welfare, territorio e nuove frontiere di cittadinanza. Alla tavola rotonda hanno partecipato Gaetano Sateriale, saggista, sindacalista e politico, Flavia Franconi, Assessore alla Sanità della regione Basilicata, Angelo Summa, Segretario generale Cgil Basilicata, Lucia Serino, moderatrice.

Il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, ha sottolineato la necessità di aggiornare il patto di cittadinanza europeo e riscoprire un nuovo protagonismo dei territori, che può nascere solo se si hanno degli obiettivi specifici e chiari. Questo è il leit-motiv del percorso avviato nel 2013, con il piano per il lavoro, e che prosegue nel 2015 con il manifesto per il lavoro #basilicata2020, nato anche dalla mediazione politica con Cisl e Uil. Summa ha specificato che “la Regione Basilicata non può permettersi inefficienze, anche vista la scarsa densità abitativa (57 persone per km quadrato) e i numeri che caratterizzano la struttura sociale e produttiva che fa registrare oggi circa 7/8000 addetti in più rispetto al 2014, ma comunque 2000 in meno rispetto al 2008”.

Il piano del lavoro è lo strumento giusto, che dà risposte, grazie ad una elaborazione congiunta divisa in 5 macro-aree, proprio allo scopo di addensare necessità per trovare risposte adeguate, anche attraverso l’individuazione delle risorse corrette.

Bisogna dare solidità a un processo di creazione di nuovi posti di lavoro”, ha continuato Summa, “anche grazie e nuove politiche di sistema, puntando su ricerca e sviluppo. Per questo, pur sostenendo giudicando positivamente il riscontro occupazionale di FCA, riteniamo sia il momento di lavorare su una nuova creazione di competenze che faccia leva su ricerca e sviluppo come elementi imprescindibili, che possono dare valore aggiunto ad ogni posto di lavoro creato. Il senso del piano del lavoro è proprio quello di coinvolgere le basi territoriali per partecipare alla creazione di una struttura di governance in cui il punto centrale sia il welfare, inteso come strumento su cui viene costruita l’integrazione territoriale. Diversamente saranno solo create diseguaglianze, che una regione piccola e scarsamente popolata come la nostra non può assolutamente permettersi”.

Poi, riferendosi alla nuova programmazione europea 2014/2020, “tutta la programmazione europea, tramite i fondi dedicati e l’utilizzo delle risorse contenute, devono partecipare alla creazione di nuove opportunità. Non possiamo più permetterci di guardare con attenzione ai livelli di spesa e sorvolare sui risultati. È il momento di cambiare passo e di farlo in maniera responsabile e carica di una visione strategica definita”.

Summa ha chiesto poi un confronto serrato per trasformare il documento “manifesto per il lavoro” in una serie d’interventi specifici, partendo dalla destinazione di una parte consistente dei fondi FSE (300 milioni), all’incentivazione all’educazione dell’infanzia da 0 a 6 anni. Questo intervento deve fare leva sulla creazione di asili nido come elementi che abbiano una funzione educativa fondamentale (per l’80% i costi degli asili nido oggi insistono sulle famiglie). Creare nuovi asili nido, gestiti attraverso il settore pubblico, porterebbe anche alla creazione immediata di almeno 1000 posti di lavoro su tutto il territorio regionale. Bisogna costruire una rete d’infrastrutture sociali, attraverso una rivisitazione degli ambiti di zona, in cui si deve ritrovare una rispondenza in aree vaste, in cui vengano gestite tutte le politiche socio-assistenziali.

È poi necessaria e urgente, oggi, una legge regionale che incentivi i comuni a stare insieme nelle unioni di comuni, cui sul territorio vengano assegnate le competenze sul welfare, sul traporto pubblico, proprio al fine di ottimizzare, anche con economie di scala, la gestione dei servizi”.

E poi un terso punto, in cui è stato chiesto un impegno puntuale alla Giunta regionale sulla questione case di riposo: “Bisogna regolamentare in maniera precisa l’accreditamento delle case di riposo, in modo da garantire gli standard qualitativi dei servizi offerti e la giusta tariffazione”.

“Oggi”, ha chiuso Summa, “abbiamo la necessità di varare un accordo programmatico che dia certezza che l’organo che opera sul territorio, facendo scelte precise sull’impiego delle risorse, garantendo un livello preciso nella realizzazione di una serie di linee strategiche strutturali”.