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Il 2012 sta volgendo al termine, così come l'esperienza del “governo dei tecnici”, ma queste ultime settimane di legislatura rischiano di riservare ancora sorprese e colpi bassi per il mondo del lavoro. E' il caso della partita aperta sul finanziamento degli ammortizzatori in deroga, che per il 2013 rischiano di non avere la copertura sufficiente.
Nel pomeriggio di oggi, 12 dicembre, il ministro Fornero ha assicurato che c'è l'impegno del governo a rifinanziare questo strumento essenziale per garantire copertura economica ai lavoratori colpiti dalla crisi, ma il problema è quanti soldi si intende metterci sopra. Fornero ha ricordato di aver a suo tempo inserito, in sede di riforma del mercato del Lavoro, uno stanziamento di 1 mld per 2013, di 700 mln per il 2015 e di 400 mln per il 2016 e di aver scritto, a settembre, sia al premier Mario Monti che al ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, in vista dell'approntamento del ddl stabilità. Fornero cita poi "l'impegno personale" a favore dei due emendamenti al ddl con cui sono state trovate, tra le pieghe del piano di azione e di coesione oltre che con uno spostamento dai fondi di formazione interprofessionali, altre risorse.
Cifre che non convincono ad esempio il partito Democratico: “Sugli ammortizzatori sociali i conti del governo secondo noi non tornano – dice Cesare Damiano, capogruppo Pd nella commissione Lavoro - le cifre indicate dal ministro Fornero non sono sufficienti a garantire il fabbisogno per il 2013”. “I due emendamenti presentati dal governo alla Legge di Stabilità stanziano per il prossimo anno 1 miliardo di euro ma il fabbisogno previsto sarà del doppio. Vogliamo sottolineare il fatto che la Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria ed in deroga) autorizzata dall'Inps fino al mese di novembre supera già il miliardo di ore e, secondo le nostre proiezioni, si avvicinerà ad un miliardo e 100 milione di ore alla fine dell'anno. Il massimo raggiunto in questi anni di crisi fu nel 2010, quando si totalizzò un consuntivo di 1 miliardo e 200 milioni di ore autorizzate. Inoltre, nel 2012 la cassa integrazione in deroga rappresenta oltre il 33 % del totale, tre punti al di sopra del 2010, l'annus horribilis della crisi”, spiega Damiano.
La Cgil, che ieri aveva già chiesto a Parlamento ed Esecutivo di “impegnarsi a garantire risorse e continuità agli ammortizzatori sociali e alla Cassa integrazione in deroga”, oggi annuncia un presidio davanti al Senato per il 17 dicembre, con i lavoratori delle aziende in crisi di Friuli, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Toscana, Trentino, Val D’Aosta e Veneto. Una mobilitazione dettata dalla necessità “di presidiare la discussione d'aula il giorno prima dell'approvazione della legge di stabilità, per segnalare l'insufficienza e l'inadeguatezza delle risorse ad oggi destinate per gli ammortizzatori in deroga".
Ma critiche pesanti arrivano anche sulla scelta di dirottare agli ammortizzatori in deroga risorse originariamente destinate alla formazione professionale. E' il caso di Confindustria, che esprime "forte preoccupazione per l'evoluzione che sta assumendo la fine della legislatura" e teme “ulteriori stravolgimenti che indebolirebbero la portata dei provvedimenti ancora in via di approvazione, penalizzando il sistema delle imprese”. È il caso, appunto, delle risorse destinate alla formazione professionale dei lavoratori che, attraverso un emendamento al Ddl stabilità, sarebbero destinate al finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, anziché alla formazione. “Si tratta – dice viale dell'Astronomia - di una scelta non condivisibile, perché in aperto contrasto con i principi che hanno ispirato la riforma del mercato del lavoro”.