"La sentenza emessa il 3 maggio 2013 dalla Corte di Appello del Tribunale di Torino è destinata “a diventare di portata mondiale, oltre che di rilevanza giuridica nazionale”. È quanto si legge in una nota del Copal (Comitato prevenzione aminato della Lombardia).

“La sentenza – prosegue la nota – ha aggravato la posizione processuale di Stephan Schmidheiny, rimasto l’unico imputato dopo la morte di Louis De Cartier; la richiesta del periodo di reclusione è passata dai 16 anni precedenti agli attuali 18, ma la novità più rilevante è che nella sentenza siano stati inclusi anche i siti di Bagnoli (Na) e Rubiera (Re)”.

“Se l’eventuale ricorso alla Cassazione da parte dell’imputato confermerà la sentenza, passando in giudicato i capi di imputazione (disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche), allora nulla più sarà come prima, e l’accusa, condotta con grande coraggio dal Procuratore Guariniello, avrà definitivamente posto sul terreno della lotta alla responsabilità colposa del datore di lavoro in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, una pietra miliare che darà voce e forza alle tante altre ‘Casale Monferrato’ d'Italia e del mondo”.

“Questo risultato – prosegue la nota – è il frutto dell’efficacia dell’impianto accusatorio ma anche della perseveranza dell’Associazione dei familiari delle vittime di amianto di Casale Monferrato e dalle tante altre associazioni che non hanno mai fatto venir meno né il sostegno morale, né la presenza fisica nelle fasi dibattimentali”.

“Oltre a loro, ieri in aula ad ascoltare la lettura della sentenza durata oltre un’ora, c’erano molti studenti con i loro insegnanti e con tanti altri giovani venuti in delegazione dalla Francia, dal Belgio e dalla Svizzera. Questo a riprova della rilevanza internazionale del processo Eternit”.

“L’occasione ha promosso anche l’incontro tra diverse associazioni nazionali e internazionali, tra cui Copal, che a latere del processo hanno affrontato le modalità per dare continuità alla propria azione e per sollecitare la politica e le istituzioni alla piena consapevolezza dei danni prodotti dall’amianto e dei rischi non solo per i lavoratori ma anche per gli ‘esposti ambientali’”.

“Questa sentenza – osserva Pizzinato, presidente del Copal – ha un valore straordinario perché sanziona le responsabilità di coloro che hanno fatto lavorare e convivere un’intera comunità con una fibra killer della quale si conosceva già la pericolosità e la nocività, come testimonia anche la maggiorazione, risalente agli anni 60, delle quote di assicurazione antinfortunistica pagate all’Inail per gli addetti alla lavorazione dell’amianto su tutto il territorio nazionale”.

“È importante che la sentenza sia stata estesa alle realtà di Bagnoli e di Rubiera, oltre ad aver garantito un risarcimento ai familiari delle vittime di mesotelioma e di asbestosi e ai malati di Casale Monferrato”.

“La sentenza dev’essere un monito per il governo e le Regioni rispetto ai ritardi accumulati nell’attuazione della legge n. 257/92; ora le istituzioni devono adottare urgentemente misure, provvedimenti e finanziamenti per varare il Piano nazionale e i Piani regionali di eliminazione dell’amianto in tutto il paese, bonificando territori, stabili pubblici e privati e abitazioni, e realizzando misure sanitarie e di ricerca adeguate”.

“Ciò è tanto più urgente in Lombardia – conclude Pizzicato –, dove si registra il tasso più alto di presenza della fibra killer, pari al 37,6 per cento di tutta quella rilevata in Italia, e dove c’è il paese, Broni, con la più alta percentuale di vittime causate dalla presenza dello stabilimento Fibronit”.

“Tutto questo senza una sola discarica attiva. L’attuazione dei Piani regionali e nazionali è il presupposto e la condizione per essere efficaci nella conquista del piano e dei finanziamenti europei. Copal, con le sue proposte condivise da tutte le associazioni rappresentative dei territori per raggiungere l’obiettivo di ‘Zero amianto in Lombardia’, ha sollecitato incontri con le forze politiche, con gli Assessori competenti e con il Presidente della Regione Roberto Maroni”.