“Continuano ad essere al ribasso le condizioni per il passaggio dei lavoratori non solo in termini economici, cosa di fatto molto grave, ma anche in termini di diritti”. Lo dichiarano il segretario Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso, e Rosalba Vella, Slc Palermo, dopo l'incontro di oggi, 27 ottobre, a Roma per il passaggio a Exprivia dei trecento dipendenti Almaviva, conclusosi con un nulla di fatto. Il riferimento chiaro è all'esclusione dell'articolo 18 del Jobs Act: "Sono lavoratori che avevano l'articolo 18 e ora non l'avrebbero più - spiegano i sindacalisti - Per questo motivo, non abbiamo firmato nessun accordo, sulla scia dell'indicazione espressa all'assembla dei lavoratori a Palermo”.

Per quanto riguarda il tavolo di monitoraggio al ministero per lo Sviluppo economico, per le chiusure delle sedi di Napoli e di Roma, l'Slc locale dichiara: “Anche qui fumata nera, perché l'azienda, come è costume ricorrente in questi settori, si è presentata con un nuovo piano di ristrutturazione, tagliando solo e semplicemente su costo del lavoro e salari dei lavoratori, in contrapposizione con alcune azioni che finalmente il governo ha dichiarato di voler mettere in campo. 30 milioni per il 2017 per ammortizzatori sociali dedicati al settore e l'inasprimento delle pene per i committenti rispetto all'articolo 24, più intolleranza zero al massimo ribasso. Non riusciamo a capire come sia possibile ancor oggi avanzare in sede ministeriale una proposta del genere da parte dell'azienda”.

“Crediamo – proseguono i due dirgenti sindacali – che il governo sia in ritardo rispetto alle proposte strutturali e alla costruzione di una politica industriale e di regole per questo settore, ma che in ogni caso le dichiarazioni del viceministro vanno finalmente nella direzione di un cambiamento profondo che si attenga a regole certe e a una prospettiva di sviluppo del settore. Non comprendiamo, alla luce di un accordo firmato il 30 maggio di quest'anno, come l'azienda possa proporre un nuovo accordo radicalmente diverso da quello di maggio. È impensabile che un'azienda così grande possa firmare un accordo col sindacato e prefigurare un cambiamento repentino. Gli accordi firmati vanno rispettati e soprattutto verificati. Il sindacato si riserva di proclamare un'azione di sciopero nazionale per contrastare queste proposte insensate”.