Aumenta da due a tre euro la tassa d’imbarco pagata dai passeggeri in partenza da un aeroporto italiano. Lo ha stabilito ieri – come riporta il Sole 24 Ore - un emendamento del governo, approvato in Commissione Trasporti e Attività produttive alla Camera, al decreto legge su Alitalia. La tassa d’imbarco, ora di un euro, era già stata innalzata a due euro al Senato. I proventi della tassa alimenteranno il fondo ammortizzatori sociali a favore dei circa 7 mila esuberi (il doppio della cifra ufficiale) del trasporto aereo. Le commissioni Trasporti e Attività produttive hanno anche soppresso l’emendamento “salva-manager” (che avrebbe depenalizzato le accuse per bancarotta ai principali imputati nei processi per i crac Parmalat e Cirio) e approvato una modifica che consente al commissario Alitalia di vendere, oltre agli asset aziendali, anche contratti (con le agenzie di viaggi, ad esempio) o beni (come gli aerei).

Intanto, si allungano i tempi per l’acquisizione di Alitalia da parte della Compagnia Aerea Italiana. Il 28 ottobre la Cai dovrebbe approvare l’aumento di capitale fino a un miliardo di euro, necessario per l’offerta vincolante ad Alitalia e l’acquisto di Air One. La società dovrebbe essere operativa dal primo dicembre, quindi un mese dopo il timing inizialmente previsto. Ma sulla cordata aleggiano le voci di disimpegno di alcuni soci (in uscita Clessidra, in dubbio Aponte, Fossati, Riva), anche se potrebbero invece entrare nuovi azionisti.

Sul fronte del partner estero si moltiplicano gli incontri: l’amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli ieri ha incontrato l’ad di British Airways Willie Walsh, la settimana prossima sarà il turno di Air France-Klm, quella ancora seguente di Lufthansa. La scelta, a questo punto, è attesa per gennaio. Sul fornte sindacale, infine, si segnala la richiesta alla Cai da parte di Federmanager, Anpac e Unione Piloti di trattare in esclusiva il nuovo contratto dei piloti-dirigenti, in un tavolo separato dagli altri sindacati.