Francesca Re David ha spiegato lidea originale del libro, nato dallesperienza diretta come sindacalista a confronto con figure completamente diverse tra loro (si parla delle prime esperienze con gli informatici). Il sociologo De Michelis ne ha curato limpostazione con varie interviste a Re David e ad altri sindacalisti. Ci sono due determinismi che hanno contato in questi anni, dice Demichelis: il pensiero neoliberale che dice che devi adattarti. Laltro pensiero è quello tecnologico che dice la stessa cosa: il progresso non si può fermare, ci si deve solo adattare. Tutto ciò ha prodotto tante solitudini e ha separato i lavoratori considerandoli individualmente. La nuova catena di montaggio è una piattaforma. Ma invece di andare avanti, stiamo tornando indietro a forme ottocentesche di sfruttamento. Da qui il titolo Tempi (retro)moderni. Sia Re David, sia Landini hanno ammesso le difficoltà del sindacato a rimettere insieme i diversi interessi dei lavoratori separati gli uni dagli altri. Lobiettivo principale oggi è proprio quello di rispondere con gli strumenti della solidarietà e dellorganizzazione del sindacato alla volontà politica delle aziende che hanno interesse a tenere frantumata la forza lavoro (vedi per esempio la frantumazione delle imprese nelle filiere delle produzioni). Maurizio Landini ha detto che è sotto gli occhi di tutti il fatto che il sistema così non possa più funzionare. Se perfino il Fondo Monetario Internazionale ammette che uno dei problemi principali è la crescita esponenziale delle diseguaglianze, è chiaro che siamo di fronte a una necessità di una svolta. Per Landini, poi, il problema è ridare un senso al lavoro ricominciando a riflettere anche su che cosa si produce. Ci si appresta anche a scioperi per lambiente e questo è una grande novità. Limportanza del libro di Re David ha detto Landini è proprio quella di rimettere al centro della riflessione il ruolo fondamentale del sindacato in questo momento. Ma a differenza della fine dellOttocento quando si creavano le prime esperienze del movimento dei lavoratori, oggi manca quel pensiero politico generale che metteva il lavoro al centro. Oggi bisogna contrastare prima di tutto lisolamento dei lavoratori. Per questo la Cgil, oltre a lottare contro il Jobs Act, ha voluto rivoluzionare la sua impostazione tradizionale presentato la Carta dei Diritti universali dei lavoratori. I diritti devono essere in capo al lavoratore, a prescindere dalla sua collocazione nel mondo produttivo respingendo la competizione a cui oggi sono costretti i lavoratori messi gli uni contro gli altri. Per questo è necessario riaffermare anche nella sfera politica la centralità dei diritti del lavoro. (Landini ha fatto riferimento alla nascita dello Statuto dei lavoratori e alle posizioni dei partiti di allora). Nel frattempo ha vinto il mercato. Ma il processo è andato troppo avanti anche per loro: troppe diseguaglianze e problema ambientale come questioni centrali. Laltra questione fondamentale è la progettazione: i lavoratori devono ricominciare a partecipare alla progettazione. Il punto vero nella libertà del lavoro riguarda sicuramente i diritti, ma anche il diritto di scegliere sul come e cosa produrre, a partire dalla difesa dellambiente. Il sindacato si deve occupare di questo.