Licenziamenti, sicurezza sul lavoro, appalti. Domani in piazza
Sul lavoro, il blocco dei licenziamenti e gli appalti lo scontro politico non si placa e cresce la mobilitazione dei sindacati. Sono ripartite infatti le iniziative di Cgil, Cisl, Uil in campo per dire basta alle morti sul lavoro, no alla cancellazione della proroga del blocco dei licenziamenti e no alle semplificazioni in materia di appalti (“Una proposta indecente”, l’ha definita il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini che sarà ospite questa mattina a Rai News 24. Studio 24 alle 9,40. Dopo le manifestazioni di ieri degli edili per la sicurezza nei cantieri, (il riassunto su Collettiva.it , L'appuntamento è per domani mattina, 28 maggio, in piazza Montecitorio, a Roma. Da una parte Confindustria che continua a chiederne l'abolizione e attacca il ministro del Lavoro Orlando che avrebbe inserito la proroga fino ad agosto senza consultare gli industriali. Dall'altra i sindacati insistono nell'invocare il mantenimento della misura sino ad ottobre e ricordano che non c'è stato alcun accordo finora che sarebbe stato tradito e promette battaglia. "Per noi la partita sul blocco dei licenziamenti non è chiusa". Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. In piazza parleranno i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil. Sul sito di Collettiva si potrà seguire l’evento in diretta a partire dalle 10. Ecco come presenta l’iniziativa di domani Rosaria Amato su Repubblica (p. 10). “Mobilitazione dei sindacati contro lo sblocco dei licenziamenti. Cgil, Cisl e Uil hanno indetto un presidio di protesta per domani alle 10 a Montecitorio: non è ancora lo sciopero generale minacciato qualche giorno fa da Maurizio Landini ma, conferma il leader della Cgil, se non cambia la posizione del governo “valuteremo quali iniziative mettere in campo, non ne escludo neanche una. Non si può cambiare il Paese contro e senza il mondo del lavoro”. Replicando al presidente del Consiglio Mario Draghi che aveva parlato di “mediazione in linea con i Paesi Ue” (in effetti solo in Spagna e Grecia ci sono stop ai licenziamenti analoghi a quelli italiani), Landini obietta che “questa non ci sembra la mediazione utile. Il blocco per una parte del mondo del lavoro è il 31 ottobre, continuiamo a pensare che per tutti debba essere quello il limite”. I sindacati confederali stanno anche per inviare una lettera indirizzata a tutte le forze politiche in Parlamento, chiedendo un intervento correttivo in sede di conversione del decreto Sostegni bis.

Sulle prime pagine
“Hanno tolto i freni per i soldi” (Corriere della Sera), “Scelta mortale” (Messaggero), “Una strage per 140 mila euro” (La Stampa), “Morti per denaro” (Il Giornale), “Criminali” (Libero). Sono questi i titoli principali di oggi sulla tragedia della funivia Stresa Mottarone. Tutti mettono in evidenza la notizia della scelta dei gestori di togliere le sicurezze ai freni per evitare rallentamenti o blocchi della funivia che avrebbero comportato la perdita dei clienti. Diretto il titolo di apertura di Repubblica. “La strage dell’avidità”, con il commento di Ezio Mauro (vedi più avanti). Le altre notizie che troviamo su tutte le prime pagine riguardano le scelte strategiche per gli enti e le compagnie. Alle ferrovie scelto Ferraris, mentre cambiano i vertici della Cassa Depositi e Prestiti. Si blocca nel frattempo anche la vicenda Alitalia. Rispetto alla compagnia aerea sono ancora tante le tensioni. La nuova Ita sarà più piccola di Alitalia e avrà un traffico ridotto con il risultato di determinare almeno settemila esuberi rispetto all'attuale compagnia. Originale come nel suo stile il manifesto che dedica la copertina ad una notizia ecologica: “Super” Minaccia il clima e il diritto alla vita. Una giudice dell’Aja obbliga la multinazionale Shell, che impiega il 95% dei suoi investimenti per estrarre e cercare petrolio a tagliare le emissioni nocive del 45%. E’ una prima mondiale. Gioia di ambientalisti e cittadini.

Interviste, commenti e analisi

Il retroscena sulle mosse di Draghi sugli appalti
Ne parla Federico Fubini sul Corriere della Sera (p.13): “La proposta di decreto è a uno stadio quasi definitivo e dovrebbe andare in Consiglio dei ministri per l'approvazione domani mattina. Non è troppo presto. II governo si è impegnato con Bruxelles a pubblicare in Gazzetta Ufficiale entro maggio il decreto su queste misure. Ma anche per non mostrare esitazioni ai primi ostacoli, il premier ha deciso di non rinviare gli aspetti più controversi. Sono quelli relativi ai criteri dei subappalti nelle opere del Recovery, sui quali i sindacati, il Pd e parte del Movimento 5 Stelle avevano le riserve più forti. II loro timore è che alzare il limite dei lavori assegnate in subappalto sopra il 40% del costo di un progetto di investimento alimenti un sottobosco di piccole imprese a basso costo del lavoro, a spese della sicurezza degli addetti e dell'efficacia La scadenza L'impegno preso con Bruxelles è di presentare entro maggio il decreto dei controlli antimafia. Su questi aspetti la presidenza del Consiglio propone un compromesso. La soglia massima dei lavori che possono andare in subappalto va alzata oltre l'attuale 40 %, perché non sarebbe realistico fare altrimenti: in media le imprese italiane di costruzioni sono troppo piccole, ad eccezione di pochissimi grandi gruppi, perché l'esecuzione degli appalti non venga frammentata. Lo sarebbe in ogni caso e alzare le soglie garantisce soprattutto la trasparenza e la responsabilità legale della ditta subappaltatrice. Palazzo Chigi riconosce però che i timori dei sindacati sono legittimi e indica un rimedio: il decreto specifica che i dipendenti in subappalto vadano trattati alle stesse condizioni di contratto collettivo nazionale degli addetti delle ditte che vincono un appalto diretto. Salta invece il criterio del “massimo ribasso”, che avrebbe portato a far vincere i bandi a chi promette semplicemente di eseguire un'opera ai costi più bassi. Con quella norma, i sindacati temevano un degrado delle condizioni di lavoro e di sicurezza. La proposta veniva da alcuni funzionari, preoccupati di disporre di un criterio oggettivo per assegnare gli appalti in modo da non rischiare accuse di abuso d'ufficio e richieste di indennizzi da parte della Corte dei Conti. Resta da vedere la reazione di partiti, sindacati e industriali nelle prossime ore…”.

Investimenti responsabili dei fondi pensione. Parla Realfonzo (Cometa)
In tempi di scelte sul rilancio degli investimenti e in particolare di quelli socialmente responsabili, da segnalare l’intervista pubblicato oggi dal Sole 24 ore all’economista Riccardo Realfonzo, nuovo presidente del fondo pensione dei metalmeccanici, Cometa, uno dei più grandi in Europa: “Il Recovery non basta. Il governo ci convinca  investire sull’Italia”. (Vitaliano D’Angerio a pagina 27). Per quanto riguarda la sostenibilità, che è uno del temi più importanti anche sul versante investimenti, i fondi pensione Italiani sembrano ancora ai margini rispetto all'attivismo dei cugini nordeuropei. “Il fondo Cometa già in passato ha fatto da traino a iniziative importanti sul versante degli investimenti socialmente responsabili e rafforzeremo tale strada”, risponde il presidente di Cometa che prova anche a spiegare la contraddizione di un giovane che si iscrive a un fondo pensione che investe in aziende fossili pee trovarsi fra 30-40 anni su un pianeta invivibile. “Per quanto riguarda Cometa, posso dire che implementeremo le strategie Esg (investimenti responsabili). Non solo. Verificheremo in modo rigoroso se il nostro portafoglio sia esposto ad aziende coinvolte, in base ad elementi comprovati, in controversie sociali e ambientali. Inoltre, aumenteremo l'attività di engagement insieme ad altri investitori istituzionali. ..

Riaprire i parchi giochi in sicurezza. Parla Bellanova
In qualità di sottosegretario alle Infrastrutture, Teresa Bellanova risponde alle domande sulla tragedia della funivia Stresa Mottarone e sulla questione più generale della sicurezza nei luoghi di svago: “Più organici per le verifiche. Riaperture in sicurezza” (intervista sul Messaggero a cura di Barbara Jerkov, p.7). “Rivolgo un appello ai gestori: al di là della data di riapertura – dice tra l’altro Bellanova - ognuno faccia quello che deve. Chi si avvicina agli impianti di risalita non deve avere paura, deve farlo con tutta tranquillità. Non è concepibile che, per guadagnare qualche giorno in più di lavoro, qualcuno abbia scientemente messo in pericolo vite umane fino a causarne la morte. Ma è ipotizzabile un rinvio di queste riaperture specifiche affinché venga fatto prima un controllo capillare delle strutture? “E' una valutazione tecnica. I nostri uffici sono al lavoro con tutta la competenza di cui sono capaci. Per mesi ho sollecitato riaperture in totale sicurezza. La sicurezza viene prima ed è necessario garantirla. Dovunque, comunque”. 

Senza migranti l’Europa sarebbe spacciata. Fassino sul Riformista
L’ex segretario del Pd, Piero Fassino, risponde alle domande di Umberto De Govannangeli su Riformista a proposito dell’ipocrisia di tutti coloro che attaccano i migranti e vorrebbero rimandarli indietro nei loro paesi pur sapendo che sono ormai fondamentali per lo sviluppo e il contrasto al crollo demografico. “È una forzatura dire che il futuro dell'Europa, e quindi dell'Italia, si gioca in Africa? chiede De Giovannangeli. “No, non è una forzatura. E anche qui parto dai dati demografici. In questo momento vivono in Africa 1 miliardo e 300 milioni di persone. Nel 2050 saranno due miliardi e mezzo. A fine secolo saranno 4 miliardi. Qualsiasi persona di buon senso capisce che il destino di 4 miliardi di persone non pub essere risolto dalle migrazioni. ll vero tema strategico è come si mette in campo una politica per lo sviluppo dell'Africa. E l'Europa deve capire che questa è una sua priorità. A Lampedusa stanno arrivando migranti che partono dal Niger, dal Centrafrica, dal Gabon, attraversano il Sahara, raggiungono le coste libiche o tunisine e poi arrivano in Italia. Il Sahara non è più una barriera divisoria. Dobbiamo assumere che Europa, Mediterraneo e Africa sono un unico grande "macrocontinente verticale" chiamato a dare soluzioni comuni a problemi e interessi comuni. Investire in Africa e sull'Africa, vuol dire investire su un continente giovane con il 50% della popolazione che ha meno di 30 anni e che chiede formazione. 

Il capitale a tutti i costi si mangia l’etica
Sono molti anche oggi i commenti sulla tragedia di Stresa e sulle gravissime responsabilità che stanno emergendo. Per Antonio Polito, che firma l’editoriale di oggi del Corriere della Sera, sul Mottarone (stando almeno alle indiscrezioni sulle indagini) ogni principio morale è stato superato. Questo caso come altri dimostrano che l’avidità e il guadagno facile (uniti ai ricatti della crisi economica della pandemia) hanno distrutto l’etica capitalistica di cui parlava Max Weber. Su Repubblica, l’ex direttore Ezio Mauro ragiona su sicurezza e capitale. “..senza quasi accorgercene, ci siamo autorizzati da soli a comportamenti e scelte che prima della crisi seguivano un codice diverso. Abbiamo compresso il rapporto regolato tra le componenti della società in cui avevamo vissuto fin qui, mutandolo, e abbiamo messo al primo posto nei nostri obiettivi l'esigenza di tornare sul mercato, in ogni modo e prima di tutto. Con la conseguenza di legittimare, o almeno di scontare, un nuovissimo egoismo sociale di gruppo, di categoria, di comunità. Tutto questo comporta il conferimento di uno status privilegiato al capitale rispetto agli altri elementi del mercato, come se lo stato d'eccezione in cui abbiamo vissuto lo liberasse da ogni vincolo. ..”

Su Collettiva.it

L'apertura di oggi è dedicata alla scuola, anzi ad una storia di una scuola particolare, quella dell'istituto superiore Curie-Levi di Torino.dedicato ai ragazzi disabili. Il racconto di Stefano Iucci , Nel diario di un prof Emiliano Sbaraglia parla della scuola che diventa famiglia. Di educazione ed esperienze speciali di formazione si parla anche nella rubrica Buona Memoria Ilaria Romeo racconta la storia di don Milani, il sacerdote che cambò la scuola

Iniziative

Nessun profitto sulla pandemia
Dopodomani, sabato prossimo, 29 maggio, si terrà una nuova giornata di mobilitazione europea della campagna “Right2Cure #NoprofitOnPandemic”, di cui la Cgil è tra i promotori italiani. Ottenere la sospensione temporanea dei brevetti su vaccini e farmaci anti-covid: è questo l’obiettivo che si pone il vasto cartello di oltre cento associazioni con la raccolta di un milione di firme per l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Tutti hanno diritto alla protezione da Covid: nessun profitto sulla pandemia” . La Cgil, insieme a Cisl e Uil, organizzerà presidi nelle città italiane con banchetti informativi e per la raccolta delle firme sulla petizione europea. Tutti i materiali informativi sul sito della Cgil nazionale:  La Campagna, si legge nel comunicato del Comitato promotore, torna nelle piazze “di fronte a quella che sembrerebbe una sconcertante chiusura del Consiglio Europeo sulla sospensione dei brevetti anti Covid-19”, tanto più dopo il voto favorevole del Parlamento Europeo a questa sospensione, proposta in un emendamento ad una risoluzione approvata il 19 maggio scorso. La proposta delle licenze obbligatorie “di fatto abbandona i Paesi più poveri ad una trattativa estenuante e perdente con i colossi di BigPharma”, ed è “del tutto fuorviante, o semplicemente inutile, insistere sullo sblocco delle esportazioni da parte di USA e UK, che niente hanno a che vedere con la liberalizzazione delle licenze”. Per la Cgil e per gli altri promotori di Right2cure, “la strada per soddisfare il bisogno drammatico di vaccini a livello mondiale è quella della sospensione temporanea dei brevetti, così come chiesto da mesi da India e Sudafrica, che – si ricorda nella nota – hanno rilanciato in questi giorni con una nuova proposta, allargata anche ai farmaci anti Covid-19 e ai kit diagnostici”.
In attesa della riunione del Consiglio Generale Trips del WTO dei prossimi 7 e 8 giugno, in cui “l’Italia potrà ancora giocare un ruolo importante”, sabato prossimo la Cgil e le altre 109 organizzazioni aderenti al Comitato italiano si mobilitano per la raccolta delle firme per l’ICE da Bergamo a Roma, da Torino a Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Bari, Avellino, Bari, Matera, Cosenza, per citare alcune città.

Il calendario delle iniziative
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale  e l’agenda di Collettiva.it