"Essere licenziati per aver scioperato. Succede ancora, incredibile, ma vero, anche qui da noi, anche nel 2023, nonostante leggi, diritti e ciò che il buon senso suggerirebbe a chiunque viva in una Repubblica democratica". Inizia così il comunicato della Fiom di Padova che dà notizia di un licenziamento alla Antonio Carraro di Campodarsego. La vittima del provvedimento è un giovane precario dipendente dell'agenzia interinale Ranstad, "nonostante - scrive ancora la Fiom - una condotta lavorativamente ineccepibile, nonostante la giovane età e l’impegno profuso, nonostante la ricerca perenne di personale disponibile da parte dell’azienda". Il motivo, scrivono le tute blu della Cgil, è la partecipazione a uno sciopero: "si può essere licenziati se si manifesta un civile e democratico dissenso".

"Questo giovane lavoratore precario, che lavorava alla Antonio Carraro da circa un anno, è stato messo in ferie forzate fino al 4 agosto, giorno in cui non vedrà rinnovata la sua missione all’interno dell’azienda di Campodarsego, ritrovandosi a casa senza una vera motivazione se non quella di credere nella libertà d’espressione delle proprie idee". La RSU di stabilimento, appena saputa la notizia, ha proclamato uno sciopero di un’ora e mezza per domani appena saputa la notizia.

"Il lavoratore - si legge nella nota - oltre ad aver partecipato agli scioperi per la vertenza della Antonio Carraro, è reo di aver partecipato ed essere stato ripreso da alcune testate mentre esponeva pubblicamente al megafono i temi della vertenza aziendale durante il presidio di venerdì 7 luglio 2023 davanti al comune di Campodarsego, in concomitanza con lo sciopero generale nazionale dei metalmeccanici indetto da Fim Fiom Uilm. Inoltre, ha espresso il proprio malumore durante un’assemblea organizzata dalla proprietà rispetto alla posizione dell’azienda nella vertenza, tuttora in corso, inerente la contrattazione aziendale. Troppa libertà, troppa intraprendenza, troppa dignità e voglia di non essere considerato solo un ingranaggio silenzioso", è il commento amaro del sindacato dei metalmeccanici.

“Non siamo disposti ad accettare azioni di questo tipo. Questa decisione aziendale è una vendetta, una ripicca con la quale si vuole mandare un messaggio di avvertimento rivolto sia dentro la Antonio Carraro che a ogni lavoratore interinale del sistema industriale del territorio. Non resteremo in silenzio mentre si sceglie scientemente di punire un giovane lavoratore come monito per migliaia di altri lavoratori precari, più o meno giovani.” Hanno dichiarato Michele Iandiorio della segreteria della Fiom di Padova e Luca Gazzabin, segretario generale della Fim Cisl Padova e Rovigo.

Il commento del Nidil Cgil

"I lavoratori per le Agenzie interinali sono solo merce, attrezzi da cambiare quando si rompono o funzionano male - si legge nella nota del Nidil Cgil di Padova -. Succede con le malattie, con gli infortuni, con le maternità. La vicenda che si è svolta alla Antonio Carraro "utilizzatrice" di un giovane lavoratore somministrato aggiunge un nuovo tassello al mosaico della precarietà. La libertà di parola e di opinione, i diritti costituzionali basilari, sono stati calpestati non solo in nome del profitto, ma soprattutto per assecondare un'immagine di controllo totale che l'agenzia Randstad deve dimostrare di avere per fare bella figura davanti alle aziende del territorio e di tutta Italia che sono, in quanto clienti, da ascoltare e assecondare in ogni loro esigenza, al di là di ogni tipo di legge e democrazia".

E intanto continua la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici dell'azienda in difesa del compagno di lavoro licenziato per aver scioperato e manifestato il suo dissenso.