Oggi le strade di Padova sono state teatro di un’importante e sentita manifestazione dedicata sia al ricordo dei troppi morti sul lavoro avvenuti nella nostra provincia, sia alla necessità di continuare la lotta per assicurare salute e sicurezza in ogni luogo di lavoro. Una manifestazione necessaria, frutto di un continuo ed incessante impegno dei sindacati fatto di tante assemblee, volantinaggi e prese di posizione, talvolta scomode, nei confronti anche di enti e istituzioni.

Lo sciopero è stato uno dei più partecipati di sempre, con un’adesione pressoché totale di lavoratrici e lavoratori delle aziende metalmeccaniche della provincia di Padova. Questa forte e compatta partecipazione al corteo di oltre 5.000 persone, che ha riempito le vie della città di bandiere non solo metalmeccaniche, ha anche visto la presenza di lavoratori e lavoratrici di altre categorie sindacali, di pensionati, studenti e di esponenti della società civile.

Xhanina Haka, la figlia di Gezim Haka, ha aperto gli interventi dal palco con la sua testimonianza seguita dalle parole di Valerica, moglie di Marian Bratu che, anche a nome di Rodica, moglie di Sergiu Todita, ha voluto portare un messaggio ben chiaro: di lavoro non si può e non si deve più morire. Le loro parole hanno commosso la piazza e lasciato il segno in ogni persona presente.

“Questa manifestazione non sarebbe stata la stessa senza la partecipazione di Xhanina Haka, di sua madre e di sua sorella, di Valerica Bratu e di Rodica Todita che sono state il cuore pulsante di questa giornata e che con la loro forza e il loro coraggio sono un esempio per tutti noi. La piazza di oggi - fortemente voluta da Fim, Fiom, Uilm, dai delegati, dalle RSU e dai lavoratori - ci consegna una grande responsabilità. Quanto fatto fino ad oggi non termina con questa manifestazione, anzi! Il nostro impegno e la lotta di ognuno di noi non terminerà finché non sarà raggiunto l’obbiettivo di modificare le condizioni di lavoro di chi ancora oggi non ha tutele né certezze e la conquista di una nuova unità dei lavoratori: un lavoro sicuro, un contratto per tutti e la possibilità di costruirsi una vita devono essere la base da cui partire, non un’utopia irrealizzabile”. Così i sindacati in una nota di commento alla mobilitazione.

Anche il sindaco Giordani ha voluto portare il suo saluto ai lavoratori in piazza, esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime del lavoro presenti. Diversi delegati, rls e rsu hanno portato le proprie esperienze sul palco ricordando l’importanza della collaborazione nelle aziende: lavoratori, rsl e rsu devono essere costantemente in contatto per assicurare salute e sicurezza durante il proprio turno di lavoro, di qualsiasi tipo di luogo e di mansione si tratti. Gli interventi dei segretari nazionali Valerio D'Alò della Fim, Luca Trevisan della Fiom e Andrea Farinazzo della Uilm hanno sottolineato quanto sia importante l'unità sindacale per fare fronte comune nei confronti delle aziende e delle istituzioni.

Sono 145 i morti nei luoghi di lavoro dall'inizio del 2019 in Italia. Quasi due al giorno. Una dato – quello riportato dall'Osservatorio indipendente di Bologna – assolutamente drammatico, ma rispetto al quale l'attenzione politica e mediatica si accende solo a intermittenza. Eppure, il 2018 è stato un anno funesto dal punto di vista della sicurezza sul lavoro: secondo i dati ufficiali dell'Inail, da gennaio a dicembre dello scorso anno ci sono state 1.133 vittime, in crescita del 10% rispetto al 2017. Ma sono anche gli infortuni denunciati a lievitare: 641.261, più 0,9%.

In questo quadro nazionale allarmante, il Veneto è una delle regioni che paga un tributo altissimo in termini di vite di chi lavora. Sempre secondo i dati Inail nella regione nel 2018 le morti sul lavoro (escluse quelle in itinere) sono state 69. Il terzo dato più alto d'Italia dopo quelli di Lombardia ed Emilia Romagna. Diciassette morti in provincia di Verona, 13 in quella di Treviso, 10 a Vicenza, 10 a Venezia, 9 a Padova, 7 a Belluno e 3 a Rovigo.

E in Veneto oggi si torna in piazza per denunciare ancora una volta questa tragedia continua. “O ti fermi o muori”: questo lo slogan scelto per lo sciopero di 8 ore e la manifestazione di Fim, Fiom e Uilm, i sindacati dei metalmeccanici di Padova, che si è tenuta oggi nella città veneta per chiedere più sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Il corteo attraverserà la città dal Tribunale passando davanti all’Inail e alla Prefettura fino a piazza Garibaldi.

Abbiamo avuto l’ultimo decesso sul lavoro a Vicenza proprio nel settore metalmeccanico solo pochi giorni fa e purtroppo non prevediamo un miglioramento, visto che il piano strategico regionale ormai sembra essere carta straccia – denunciano Fim Fiom Uilm - Riteniamo che bisogna affrontare la questione della salute e della sicurezza in un’ottica generale, partendo dai processi produttivi e dalle tecnologie applicate dalle imprese”.

Il titolo della campagna e della manifestazione è “O ti fermi o muori”, è stato scelto proprio perché è necessario un cambio epocale della cultura del lavoro: “Nessun lavoratore può accettare condizioni di lavoro che mettano a repentaglio la propria vita e la propria salute. Le condizioni di ricattabilità dei lavoratori legati alla crisi, alla precarietà, agli appalti, ai ritmi e alle modalità di lavoro sono tutte presenti nei processi produttivi e organizzativi delle imprese e sono il punto di partenza da rimuovere”, continuano Fim, Fiom e Uilm.

Oltre 500 ore di assemblee, più di 300 aziende coinvolte e un migliaio di delegati, decine di volantinaggi, comunicati, inserzioni radio e mezzo stampa sono stati tutti strumenti utilizzati per dare massima visibilità a questa iniziativa. La sicurezza dev’essere di tutti i lavoratori e quello che i metalmeccanici stanno facendo “è dare voce a tutti quei lavoratori che il sindacato non lo possono né conoscere né scegliere e come gesto di libertà dalle peggiori condizioni di lavoro”.

Importante e significativa l’adesione allo sciopero di altre categorie fra le quali la Filt Cgil che rappresenta le aziende in appalto della logistica, Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp rappresentanti dei lavoratori in somministrazione (i precari). Saranno presenti anche delegazioni di altri settori tra cui lavoratori del settore pubblico, delle costruzioni e del commercio, pensionati, studenti, associazioni e movimenti cittadini.

Aggiornato alle 19.15