I lavoratori dell’Ondulati Maranello sono in sciopero per tutta la giornata contro la rottura mercoledì 19 maggio del tavolo in Regione Emilia-Romagna per la salvaguardia occupazionale. Nelle assemblee di ieri è stato proclamato un pacchetto di 40 ore di sciopero, di cui le prime otto sono quelle odierne, le restanti da effettuarsi nei prossimi giorni, su indicazione delle Rsu. Oggi si è svolto anche il presidio davanti ai cancelli con conferenza stampa, dove hanno portato la loro solidarietà ai lavoratori il sindaco di Maranello Luigi Zironi e il consigliere regionale Luca Sabattini e alcune Rsu delle aziende del territorio.

"Al tavolo istituzionale del 19 maggio la proprietà di Ondulati Maranello, nonostante tutte le disponibilità messe in campo da Regione Emilia-Romagna e Comune di Maranello per agevolare la costruzione del nuovo capannone a Maranello, ha reso evidente di non voler continuare l’attività produttiva a Maranello, delocalizzando a Mantova la produzione e lasciando così sulla strada un centinaio di lavoratori, gettando nello sconforto le relative famiglie. Dopo aver fatto l’affare della vita vendendo a peso d’oro il capannone a Ferrari Auto, la proprietà di Ondulati Maranello il 19 maggio ha accampato l’ennesima scusa per non acquistare il terreno a Maranello dove costruire un nuovo capannone e assicurare la continuità lavorativa", affermano Slc Modena/Sassuolo, Cgil Modena e Rsu Ondulati Maranello in un comunicato congiunto.

"La posizione della proprietà, nella persona di Bruno Zago, è inqualificabile, degna di un vero e proprio 'padrone delle Ferriere', perché in questi mesi ogniqualvolta si risolveva un problema - dalle servitù sul terreno alle autorizzazioni, ai tempi di trasloco per mettere a disposizione di Ferrari auto il capannone - la proprietà strumentalmente trovava nuove scuse, da ultimo il prezzo del terreno. Se Zago voleva fare una trattativa seria sul terreno non doveva offrire il 50% del valore di mercato per l’acquisto del nuovo terreno", proseguono i sindacati.

Sindacato e lavoratori sottolineano come "la Costituzione italiana oltre a garantire la libertà d’impresa, prevede anche la responsabilità sociale dell’impresa e quindi l’iniziativa economica privata “non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. I lavoratori hanno ribadito stamattina il no alla chiusura dello stabilimento di Maranello e alla delocalizzazione in un territorio lontano dal comune che non sarebbe altro che una scelta per mascherare dei licenziamenti".

Slc Modena/Sassuolo, insieme a Cgil Modena, Rsu e lavoratori di Ondulati Maranello, chiedono la riapertura del tavolo negoziale, anche con l’intervento del Mise (ministero dello Sviluppo economico), per trovare una soluzione che possa permettere la continuità produttiva sul territorio di Maranello. "Non possiamo accettare che a Modena si facciano mere speculazioni finanziarie sulla pelle dei lavoratori e chiede a tutti i soggetti coinvolti – a cominciare da Confindustria che rappresenta l’impresa - di adoperarsi per la soluzione positiva della vicenda", concludono le organizzazioni sindacali.