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Non si sono mai fermati, neppure durante i mesi più duri del lockdown, ma per i lavoratori della logistica il contratto ancora non c'è ben 14 mesi dopo la sua scadenza. Non solo. Le imprese del settore si sono presentate al tavolo della trattativa con una serie di richieste che vanno dalla riduzione dei diritti sindacali all'aumento del ricorso al lavoro precario che sia in staff leasing, stagionale o a chiamata, dalla regolamentazione del diritto di sciopero fino alla revisione della clausola sociale - garanzia essenziale nei cambi appalto - e persino alla riduzione della malattia.
I sindacati rispondono compatti: "Richieste inaccettabili e pretestuose". Ne chiedono il ritiro immediato e promettono ogni azione utile affinché si proceda al rinnovo qualora l'atteggiamento delle aziende non cambiasse. In una nota a conclusione dell'incontro di ieri, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti spiegano: “L’incomprensibile posizione delle aziende ha interrotto il negoziato mentre noi vogliamo approdare a una maggiore qualificazione del settore dei trasporti e della logistica. Le controparti ci presentano un elenco che palesa una riduzione dei diritti dei lavoratori sotto il profilo del costo del lavoro, delle tutele sindacali e la decurtazione del trattamento economico, per elencare solo alcuni dei punti più critici.” “Durante la fase pandemica - concludono i sindacati di categoria - la logistica, l’ultimo miglio delle consegne e l’autotrasporto hanno rappresentato un elemento centrale per la tenuta dell’Italia e meritano il giusto riconoscimento e il giusto rispetto”.