Il futuro della Lear di Grugliasco (Torino) appare sempre più appeso a un filo. A febbraio 2023 l’azienda di componentistica per auto aveva infatti dichiarato 260 lavoratori in esubero (su 420 totali). Da allora sono stati attivati gli ammortizzatori sociali, che termineranno ufficialmente il prossimo 20 ottobre.

La cassa di solidarietà, infatti, non potrà più essere prorogata dopo tale data. Per comprendere le prospettive produttive e occupazionali del sito torinese, lo scorso 5 ottobre si è tenuto un incontro presso la Regione Piemonte con sindacati, regione e azienda. Dall’incontro non è emerso però nessun elemento rassicurante.

“Il problema principale è che l’azienda, che è legata al monocommittente Stellantis per i modelli Maserati, al momento non ha i volumi necessari per proseguire a pieno organico”, spiega Antonino Inserra, responsabile Cgil Fiom per la Lear: “Inoltre, il mercato è in ulteriore flessione, con gli esuberi che rischiano di essere molti di più”.

Le prospettive per la produzione

Dall’incontro in Regione, l’azienda ha ribadito che è in corso una gara d’appalto con Stellantis per ottenere la commessa di prodotti legati all’elettrificazione. Il percorso, però, appare tortuoso. “Intanto non è certo che la quotazione venga affidata a Maserati”, continua il responsabile Fiom: “Se poi dovesse ottenerla, scatterebbe una seconda competizione tra tutti gli stabilimenti Lear in Europa”.

Per avere un’idea del calo dei volumi, Lear è “passata dai 55 veicoli al giorno prodotti in media fino a oggi ai 35 del prossimo novembre, fino ai forse 20 che si produrranno nel 2024”. Secondo Inserra, questo dato è emblematico della situazione dell’indotto torinese di Stellantis: “In questo Paese nessuno chiede conto a Stellantis dei volumi di produzione, e se a Torino non si producono altre auto l'indotto automotive continua a pagarne il prezzo principale”.

Gli ammortizzatori sociali

Giovedì 12 ottobre è previsto un nuovo incontro in Regione per discutere dei rinnovi degli ammortizzatori sociali. Alla scadenza della cassa di solidarietà il 20 ottobre, scatteranno probabilmente le misure previste dalla legge 148 (art. 44 comma 11-ter), che sono state derogate per coprire i rimanenti due mesi e mezzo del 2023: “Il tema fondamentale è però il prossimo anno. Senza un piano industriale che abbia tempi certi non si capisce come possano esserci altri ammortizzatori”.

La mancanza di un piano industriale

“Il problema è la penuria di lavoro, ma una multinazionale come la Lear non può non avere un piano di diversificazione produttiva. Il 20 luglio – riprende l’esponente sindacale – abbiamo chiesto tramite le nostre strutture nazionali un tavolo al ministero delle Imprese, ma da allora non abbiamo ricevuto alcun cenno, neanche per pianificare una data”.

L’obiettivo è scongiurare una nuova Embraco. “Non sarà un luogo in cui ci saranno passerelle e poi alla fine nessuno trova una soluzione”, conclude Inserra: “Le istituzioni devono agire, infatti alla Regione abbiamo chiesto di farsi parte attiva nell’apertura di un tavolo al ministero. Ma soprattutto serve un serio piano industriale da parte dell’azienda”.