Saranno oltre 150 le iniziative in tutta Italia: cortei, comizi, presìdi e manifestazioni, per chiedere un nuova politica economica a sostegno dell’occupazione e dei salari. Sabato 27 settembre la Cgil si mobilita contro la manovra economica del governo, portando “I diritti in piazza”. Si partirà in contemporanea, alle ore 10, in tutto il paese. «Prende il via un’iniziativa che non si fermerà, se il governo non inizierà a dare risposte – ha detto il leader della Cgil Guglielmo Epifani presentando la mobilitazione –. Non si tratta di creare allarmismi, bisogna semplicemente rendersi conto che viviamo in una condizione di emergenza sociale». Nel dettaglio, sono previste 45 postazioni, 16 comizi, 59 presìdi, 7 sit-in, e 18 iniziative tra gazebo, volantinaggio e incontri con la gente. Lo scopo, si legge sui volantini, è quello di «cambiare le scelte sbagliate del governo che cancellano diritti individuali e collettivi, impoveriscono salari e pensioni, penalizzano giovani, lavoratori, pensionati e il futuro del paese».

L’organizzazione
La macchina organizzativa del sindacato è già in moto, con centinaia di assemblee in tutti i territori. «Stiamo curando molto l’ambito della comunicazione», sottolinea il segretario confederale Enrico Panini: «Il sito web della Cgil cambierà aspetto per qualche giorno, seguendo le iniziative minuto per minuto con foto e resoconti da tutti i territori. È prevista anche la diretta audio da molte piazze, su Radioarticolo1». Tra le varie manifestazioni, il leader della confederazione Epifani sarà a Roma, a concludere il comizio di piazza Farnese. A Torino il corteo sarà aperto da un drago verde-rosso, rappresentazione del fiscal drag che fagocita 362 euro l'anno per ogni lavoratore. A Genova s'inizierà con il ricordo dei caduti della lotta per la Liberazione, e verrà anche trasmesso un telegiornale locale con notizie che di solito non passano sui media. Modena organizza spettacoli e concerti per coinvolgere i giovani. Infine, Vicenza vivrà un momento diverso, nel pomeriggio, per discutere del referendum sul Dal Molin (che si terrà il 5 ottobre) insieme a tutte le organizzazioni e ai comitati cittadini.

Epifani, il governo fa il Robin Hood al contrario
«Siamo di fronte a un Robin Hood al contrario, che prende dai più poveri e non ridistribuisce». Epifani conferma il giudizio negativo della confederazione sulle scelte dell’esecutivo, «l’unico in Europa che non ha fatto nulla per fronteggiare la difficile congiuntura economica». Anzi, ribadisce, «con la manovra triennale di Tremonti ha addirittura peggiorato la condizione dei lavoratori: stabilire l’inflazione al 4 per cento, lo ricordo, significa che ogni reddito fisso perderà in un anno almeno 350 euro. Questo non riguarda il futuro, è qualcosa che sta accadendo ora, e non lo diciamo solo noi. Ricordo che anche Confindustria, la settimana scorsa, ha detto che la manovra triennale influisce negativamente sul Pil».

Sottolineando il rischio di andare verso «un “autunno freddo”, nel senso che peggioreranno le condizioni dei lavoratori e dei pensionati», Epifani vuole risposte dalla mobilitazione: «Spero che il governo possa aprire un tavolo di confronto con tutti i sindacati e tutte le organizzazioni su redditi, pressione fiscale e inflazione. Noi partiamo dalla piattaforma unitaria sul fisco con Cisl e Uil, che al primo punto chiedeva riduzioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati. Se questo non avvenisse, è evidente che le disuguaglianze sociali in Italia sono destinate ad allargarsi». Rispetto al fatto che il 27 settembre sarà la sola Cgil a manifestare, «non siamo contro Cisl e Uil – precisa Epifani –. Al contrario, la nostra è una manifestazione “per”, vogliamo difendere salari e occupazione. Con le altre confederazioni abbiamo molte iniziative in comune, e dove il filo unitario regge, lo conserviamo con grande forza. Del resto, molti temi del 27 settembre sono anche nella piattaforma unitaria».