“Il mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre è inaccettabile”. Così si è espressa l'assemblea dell'agenzia di stampa Dire, proclamando una giornata di sciopero (che si è tenuta mercoledì 11), una seconda giornata da indire a breve “in assenza di notizie positive”, nonché lo sciopero a oltranza delle firme e l'astensione dal caricamento dei pezzi sul sito internet per i redattori che non fanno parte della redazione web.

“Alla situazione già gravissima del ritardo nel pagamento degli stipendi – si legge nel comunicato – si è aggiunto lo sconcerto per la proposta di piano di riorganizzazione presentata dall'azienda che individua circa 20 esuberi”. L'assemblea dell'agenzia di stampa ha espresso “netta contrarietà nei confronti di questo documento, che presenta profili fortemente discriminatori e punta a spaccare lo spirito di solidarietà interno alla redazione”.

I lavoratori di Dire rilevano che “non si pone nessuna iniziativa per il rilancio e la sostenibilità dell'attività dell'azienda, eludendo gravi criticità a livello organizzativo”. Il documento, infatti, prevede “solo tagli al personale e alle redazioni, ponendo a grave rischio la continuità delle attività nelle diverse unità produttive. E c’è di più: il piano di riorganizzazione “svilisce in maniera intollerabile i sacrifici compiuti dal corpo redazionale in questi mesi con i contratti di solidarietà. Nel documento sono inoltre presenti diverse incongruenze sull'effettiva copertura economica delle attività legate ai territori”.

L'assemblea dell'agenzia di stampa ribadisce “la necessità di trovare soluzioni eque e non discriminatorie, rifiutando la possibilità di una cassa differenziata tra redattori, in percentuale e per redazione, stigmatizzando la quasi totale esclusione delle figure apicali dal coinvolgimento nella cassa tranne in un caso di un caporedattore previsto a zero ore”.

I lavoratori di Dire, in conclusione, esprimono “forte preoccupazione per la tenuta dell'attività, alla luce di un'ipotesi di piano che segna solo un netto arretramento del posizionamento dell'agenzia e getta pesanti ombre sul futuro della Dire”.