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Nessun passo avanti sul rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Lo denunciano le Segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, al termine dell’incontro tenutosi al Ministero del Lavoro su convocazione della ministra Marina Elvira Calderone, dopo lo sciopero nazionale unitario del 20 giugno scorso. Alla riunione erano presenti anche le associazioni datoriali Federmeccanica e Assistal, che – secondo quanto riferiscono i sindacati – avrebbero ribadito la propria indisponibilità ad aprire un vero confronto negoziale.
La ministra Calderone ha espresso la disponibilità del ministero, su iniziativa della Presidenza del Consiglio, a sostenere la vertenza mettendo a disposizione le competenze del dicastero per agevolare il dialogo. Tuttavia, Federmeccanica e Assistal, pur riconoscendo formalmente il valore del contratto, hanno riaffermato le proprie precondizioni: nessuna trattativa sui minimi tabellari se non nell’ambito dell’IPCA al netto degli energetici.
Per Fim-Fiom-Uilm, si tratta di un atteggiamento inaccettabile che impedisce l’apertura di un negoziato reale, fondato sulle regole condivise nel rinnovo del CCNL del 2021. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la propria disponibilità a discutere nel merito, senza pregiudiziali, e con l’obiettivo di adeguare il contratto alle sfide del settore.
La ministra ha riconosciuto il valore del contratto nazionale dei metalmeccanici, auspicando una ripresa del confronto, e ha manifestato l’intenzione di accompagnare la vertenza nelle prossime fasi. Tuttavia, l’incontro si è chiuso senza la fissazione di una nuova data a causa della mancata disponibilità delle controparti datoriali.
Fim, Fiom e Uilm trasferiranno l’esito dell’incontro al vertice congiunto Cgil-Cisl-Uil e Confindustria previsto per il 26 giugno, ribadendo la necessità di riaprire al più presto il negoziato.