Si è svolta ieri, 24 ottobre, presso la Commissione attività produttive di Regione Lombardia, l’audizione con all’ordine del giorno il futuro dello stabilimento di Pregnana Milanese, dopo la decisione di Cnh di trasferire ogni attività nel Torinese, chiudendo di fatto il sito. Il primo elemento che ci preme sottolineare – dichiarano Marco Giglio, coordinatore Fim Milano Metropoli, Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano, Francesco Carusosegretario Uilm Milano, Monza e Brianza – è che l’azienda non si è presentata all’incontro. Questo la dice lunga sull’interesse di Cnh a trovare soluzioni alternative alla cessazione dell’attività di uno stabilimento che può e deve continuare a funzionare”.

Proseguono i sindacalisti: “Abbiamo illustrato ai componenti della Commissione la situazione, consegnando loro la documentazione che attesta non solo che il sito di Pregnana non ha alcun problema di ordini e commesse ma, soprattutto, che garantisce grandi ricavi economici all’azienda, sottolineando l’impatto che avrebbe su un territorio già segnato da pesanti ristrutturazioni la cancellazione scientifica e inaccettabile di 300 posti di lavoro. Fin dall’inizio di questa vertenza abbiamo sostenuto che faremo tutto il possibile perché lavoro e lavoratori restino a Pregnana: lo abbiamo ribadito ieri, incassando il pieno sostegno della Commissione”.

Lunedì 28 ottobre i sindacati saranno al ministero dello Sviluppo economico: “è importante che l’assessore regionale al Lavoro ci abbia garantito che vedrà i vertici aziendali prima dell’inizio dell’incontro. Per giovedì 31 ottobre – concludono Giglio, Turi e Caruso – Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato lo sciopero generale di due ore del settore metalmeccanico e noi abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica davanti ai cancelli di Fpt Industrial, alla quale interverranno le lavoratrici e i lavoratori di altre aziende e alla quale inviteremo le forze politiche e sociali e i rappresentanti delle istituzioni a ogni livello chiedendo loro un impegno concreto per risolvere positivamente non solo la vertenza Cnh-Fpt Industral ma anche quelle delle troppe realtà che, sul nostro territorio, rischiano pesanti ristrutturazioni”.