Prima l'annuncio improvviso dell'apertura della cassa integrazione (che interesserà 1.200 lavoratori), poi il 'taglio' di quattro unità lavorative nel reparto Bramme 3, deciso “senza discuterne con la Rsu”. Alle acciaierie Ast di Terni il clima si scalda notevolmente a soli due mesi dall'accordo sottoscritto al Mise, non più di due mesi fa, che aveva fatto sperare al contrario nell'apertura di una stagione positiva per le relazioni sindacali.  

Invece, sarà sciopero di quattro ore all'inizio della prossima settimana, come deciso dalla Rsu di Ast: “La direzione aziendale – si legge nella nota sindacale – ha convocato la Rsu di Ast per comunicare la riduzione di una unità lavorativa a turno nell’area Cc03 di Acc (Bramme 3), motivandola con un investimento che dal loro punto di vista ha comportato sostanziali miglioramenti organizzativi. Per correttezza d’informazione, tale volontà ci fu annunciata per la prima volta circa un anno fa e da allora, a fronte delle legittime spiegazioni date dai lavoratori e dalle stesse Rsu, circa le difficoltà e i rischi di sicurezza presenti, l’azienda aveva ritenuto opportuno, almeno fino ad ora, non procedere alla riduzione».

“Ora, in modo del tutto scorretto e senza discuterne con le Rsu – proseguono i sindacati – venendo meno all’importanza e al valore delle relazioni sindacali, nei giorni scorsi l’azienda ha trasferito in altre aree due delle quattro unità lavorative individuate. I responsabili aziendali non sono stati in grado di rispondere compiutamente e in maniera convincente alla ragioni contrarie da noi supportate, ragioni che dal nostro punto di vista sono tali da non poter giustificare la riduzione di personale in quell’impianto”.

A fronte di questa situazione, le Rsu di Ast “invitano i lavoratori e non concedere più disponibilità a ore di straordinario oltre quelle previste dal contratto nazionale di lavoro” e “proclamano quattro ore di sciopero per i soli lavoratori di esercizio di Cc03 da svolgersi con le seguenti modalità: lunedì 9 settembre quattro ore di sciopero a fine turno per tutti e tre i turni, martedì 10 settembre quattro ore di sciopero a fine turno per la quarta squadra”.

Intanto, il 30 settembre partirà il periodo di cassa integrazione, per circa 3 mesi, che interesserà circa 1.200 lavoratori a settimana, fra operai e impiegati. Una decisione che Ast giustifica con “una contrazione del mercato di riferimento che ha determinato il conseguente calo di commesse di lavoro registratosi ormai da qualche tempo e proveniente soprattutto da parte della committenza abituale”.

Ma per Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom di Terni, qualcosa non torna. “È preoccupante – osserva il sindacalista - come, a fronte di dati forniti da esperti di settore, che indicano un aumento dei consumi di acciaio inox nel mondo mediamente del 6%, ma anche rispetto alle strategie commerciali e di mercato messe in campo dai competitor europei, Ast, con il potenziale che può esprimere, 'galleggi' in attesa che 'passi la nottata'. Comprendendo le difficoltà, anche legate alla situazione confusionaria in cui versa ThyssenKrupp – continua Cipolla - riteniamo che tutto ciò non possa sempre ricadere sui lavoratori, che come al solito sono chiamati a sacrifici per colpe certamente non loro”.

“Come Fiom crediamo che l’annunciata cassa integrazione dovrà essere accompagnata da una discussione per chiarire gli obiettivi dei volumi per l’anno 2019/2020 – conclude il segretario Fiom –. Ciò è necessario perché, qualora le difficoltà non fossero contingenti e temporanee, ma al contrario fossimo di fronte ad un problema strutturale, potrebbero allora venire meno anche gli impegni che Ast ha sottoscritto al ministero nel recente accordo”.