“La circolare Inail del 29 dicembre, che recepisce il decreto interministeriale del 5 dicembre, impropriamente detto ‘Fondo vittime amianto’, è una norma sbagliata e divisiva”. A dirlo è Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile settore mobilità.

“La prima considerazione – spiega – è relativa all’inopportunità della decisione del governo, che sceglie di determinare una separazione tra aziende private e aziende partecipate pubbliche per quanto riguarda le drammatiche vicende dei lavoratori che hanno contratto patologie a causa dell’esposizione all’amianto nel proprio luogo di lavoro”.

Questo, prosegue Lodi, perché “la circolare precisa che possono accedere al fondo le aziende partecipate pubbliche nell’ambito della cantieristica navale, riservando per loro un ristoro economico nel caso siano risultate soccombenti con sentenza esecutiva o comunque parti debitrici nei verbali di conciliazione giudiziale depositati entro il 31 dicembre scorso e aventi oggetto il risarcimento riconosciuto ai lavoratori che hanno contratto patologie asbesto-correlate. Quando lo Stato si fa azienda, questa, a maggior ragione, deve rappresentare un presidio, oltre che di legalità e rispetto di norme e contratti, anche di etica. La norma del governo non va certo in questa direzione”.

La seconda considerazione è relativa a Fincantieri, che potrebbe beneficiare delle risorse messe a disposizione dall’intervento legislativo. “Non richiedere alcun ristoro sarebbe certamente auspicabile”, aggiunge l’esponente sindacale: “In caso contrario, tali risorse dovrebbero essere finalizzate a migliorare le condizioni di lavoro e di salute e sicurezza dei lavoratori diretti e delle ditte in appalto all’interno dei cantieri. Le azioni messe in campo da Fincantieri per garantire il rispetto di leggi e contratti da parte delle ditte in appalto devono intensificarsi fino ad annullare le disuguaglianze tra i dipendenti diretti e i lavoratori in appalto. È necessario in Fincantieri dare più concretezza alla responsabilità sociale d’impresa, anche per declinare positivamente una norma del governo sbagliata e divisiva”.