Lotta contro il tempo per i 137 lavoratori della Afs Service, società che gestisce in monocommittenza il polo logistico Amazon di Orbassano (Torino). Due mesi fa il gigante dell’e-commerce ha comunicato all’azienda la chiusura del magazzino a partire dal 31 luglio, da cui discende il licenziamento di tutto il personale (87 a tempo indeterminato, 50 in somministrazione).

Immediata è stata la mobilitazione di dipendenti e sindacati (un primo sciopero si è svolto il 23 giugno), ma due mesi di trattative non hanno finora portato ad alcuna soluzione. Per venerdì 21 luglio Cgil Torino e le categorie Filt, Nidil e Filcams territoriali hanno organizzato un’assemblea pubblica con presidio a Orbassano, l’appuntamento è alle ore 10 in piazza Umberto I.

Ad appena un chilometro dal polo logistico Afs Service, Amazon ha intanto costruito un nuovo sito dove sarebbero previste circa 500 assunzioni. Il nuovo magazzino è stato realizzato ma non ancora avviato, in quanto la contrazione delle vendite a livello regionale e nazionale sta facendo slittare la data di apertura. Da qui la richiesta sindacale della ricollocazione dei dipendenti Afs nella nuova struttura.

La posizione di Amazon

Il contratto tra Amazon e Afs Service per la fornitura di servizi di smistamento e cross docking di merci è stato siglato il 20 agosto 2020. L’attività è stata realizzata dalla società utilizzando un magazzino in locazione e garantendo ingenti investimenti per predisporre gli ambienti ad hoc, secondo le ferree direttive di Amazon.

“Abbiamo attentamente considerato e soppesato le nostre opzioni prima di giungere a questa decisione”, ha commentato il colosso delle vendite online: “La cessazione del contratto relativo al sito di Orbassano si basa su considerazioni commerciali, a seguito di un'approfondita valutazione della nostra rete logistica, in risposta all'evoluzione dei requisiti operativi”.

La mobilitazione Cgil

“Sono passati quasi due mesi da quando la Afs Service ha comunicato ai dipendenti che dal 1° agosto sarebbero stati senza lavoro”, spiega un comunicato: “È passato quasi un mese da quando abbiamo scritto alla sindaca di Orbassano con una richiesta precisa e inequivocabile: la necessità di un confronto serio con Amazon sulla data di apertura del nuovo sito, allo scopo di garantire il diritto di precedenza di lavoratrici e lavoratori Afs rispetto alle assunzioni che la multinazionale americana ha annunciato presso il nuovo polo logistico: a oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.

La Regione Piemonte in un recente incontro (che si è tenuto giovedì 6 luglio) si è impegnata ad attivare ammortizzatori sociali in deroga: una misura “utile sicuramente a dare un minimo di respiro, ma a nostro avviso ancora insufficiente”. Per la Cgil e le sue categorie serve “un impegno istituzionale a tutti i livelli che garantisca l'assunzione di responsabilità sociale da parte di Amazon”.

Il sindacato ritiene che “la politica, in particolare per coloro che hanno responsabilità di un governo locale, non può essere subalterna, ma deve coniugare prospettive di sviluppo con gli interessi di cittadini e lavoratori”. All’assemblea pubblica, conclude la Cgil, “valuteremo la possibilità di invitare le lavoratrici e i lavoratori Afs in sciopero. E sarà l’occasione di spiegare alla cittadinanza le ragioni di una mobilitazione che non può essere taciuta e trattata con indifferenza”.