“È inaccettabile che il cda e l’assemblea dei soci di Acciaierie d'Italia si riuniscano da mesi senza prendere decisioni per la salvaguardia dell’occupazione, dell’ambiente e della produzione di acciaio in Italia”. A dirlo è Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil, giudicandolo “un comportamento irresponsabile: in un Paese normale dovrebbero dimettersi e il governo dovrebbe prendere in mano l’azienda. Il Governo nazionale non può essere ostaggio di una multinazionale”.

Gli stabilimenti ex Ilva sono in “una situazione che peggiora di giorno in giorno a causa dell’incuria e dell’assenza di manutenzioni”. Per Scarpa “perdere altro tempo significa mettere a rischio la salute e l'occupazione dei lavoratori, l'ambiente, la continuità aziendale e la tenuta degli impianti”.

Il dirigente sindacale sollecita “il governo a fare l’interesse di tutto il Paese: non può continuare con questo atteggiamento di retroguardia, ci sono di mezzo le vite di migliaia di persone e il futuro dell’industria siderurgica italiana”.

Scarpa rileva anche che “la decisione della presidenza del Consiglio di ridurre la delegazione delle organizzazioni sindacali, convocate per oggi (venerdì 29 dicembre), è la manifestazione della paura del governo di affrontare gli unici che hanno fatto proposte concrete per impedire il fallimento”.

L’esponente Fiom Cgil così conclude: “Comincia a farsi largo il sospetto di una mancanza di trasparenza sugli accordi tra pubblico e privato e sullo stato reale dell’azienda. Senza risposte, valuteremo con gli altri sindacati tutti gli strumenti sindacali e legali per tutelare gli interessi dei lavoratori e del Paese”.