Avviata la procedura di licenziamento per 55 lavoratori del cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono, in provincia di Palermo. La notizia dei licenziamenti, che una decina di giorni fa era stata smentita dall’azienda, è diventata ufficiale ieri pomeriggio, con una nota inviata ai sindacati dalla Toto costruzioni generali spa, che ha in appalto per Rfi e Italferr i lavori di Cefalù.  

La procedura, contestano i sindacati, che annunciano la loro opposizione al provvedimento, è stata avviata in modo “unilaterale”. “Di norma, quando un’azienda decide un licenziamento – insorgono i segretari generali di Fillea Cgil Palermo, Filca Cisl Palermo Trapani e Fenal Uil Sicilia Palermo, Piero Ceraulo, Francesco Danese e Pasquale De Vardo -, prima convoca le organizzazioni sindacali per fare il punto. Si prova insieme a trovare delle soluzioni per riassorbire parte del personale e solo successivamente si procede all’avvio della procedura, che comporta un confronto con i sindacati per un periodo totale di 75 giorni. Invece, non c’è stato nessun confronto e l’azienda ha deciso di muoversi in maniera unilaterale. Dal nostro punto di vista, si tratta di una condotta non solo illegittima, ma strumentale, probabilmente assunta per fare pressioni sulla committenza”.     

Il 12 novembre scorso l’azienda ha sospeso il cantiere, mandando a casa tutti i 380 operai impegnati.  Il cantiere si trova a uno stato di avanzamento di poco più del 20%, dopo tre anni di presenza sul territorio. Di solito, sottolineano i sindacati, le procedure di licenziamento si avviano quando si arriva all’esaurimento progressivo delle fasi lavorative del cantiere. I 55 operai sono i lavoratori impegnati nello scavo tradizionale della galleria di S. Ambrogio. Si tratta di operai appartenenti a diversi profili: minatori, escavatoristi, lancisti, ruspisti, palisti, movieri, meccanici, elettricisti, autisti, ferraioli, operatori e assistenti. 

“Ci opporremo senza margini di trattativa, considerate le posizioni assunte dalla Toto. Per noi, i lavoratori vanno assorbiti e riposizionati nelle altre fasi di cantiere – continuano i segretari generali d Fillea, Filca, Feneal -. Il completamento della galleria non si è esaurito, lo scavo è in corso, non capiamo perché sia stata avviata la procedura di licenziamento prima del tempo. Avrebbe potuto avere un senso discutere di esuberi al completamento della galleria. Il 30 novembre, dalle 13 alle 14, è stata indetta un’assemblea al campo base di Castelbuono, con i lavoratori presenti in cantiere e con gli operai in pausa che verranno da casa, al fine di definire le azioni di protesta da mettere in piedi.

“Il nostro obiettivo adesso è interloquire con la proprietà – aggiungono i tre dirigenti sindacali -. Abbiamo chiesto la settimana scorsa un incontro con l’amministratore delegato Paolo Toto e fino ad oggi non abbiamo ricevuto risposta. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per coinvolgere a un confronto la Prefettura, l’assessorato regionale alle Infrastrutture e non escludiamo anche il coinvolgimento del governo nazionale”. 

Intanto, un incontro è stato convocato da Rfi per il 6 dicembre prossimo. La notizia è stata appena confermata ai sindacati, che commentano: “Esprimiamo apprezzamento, la committenza in maniera puntuale ha chiesto il tavolo e sta convocando le organizzazioni sindacali, che avevano chiesto un confronto con l’azienda, assieme alla Toto costruzioni, cogliendo le criticità e le difficoltà della situazione”.