Nell'incontro per la ripresa della trattativa del contatto nazionale dei metalmeccanici Federmeccanica e Assistal hanno avanzato una proposta a Fim, Fiom e Uilm: le imprese ipotizzano un aumento di 65 euro medi che va a regime nel triennio 2021-2023. I sindacati avevano chiesto nella piattaforma unitaria un incremento di 156 euro. È bene che si arrivata una proposta sul tavolo, secondo la Fiom, ma è ancora insufficiente. In particolare, il nodo del salario "è un on-off", dice il segretario generale delle tute blu della Cgil, Francesca Re David.

 


"Le distanze sono ancora molto ampie. Non si può prescindere dalla piattaforma presentata da Fim, Fiom, Uilm che è stata approvata dalle lavoratrici e dai lavoratori. Una piattaforma con al centro l’aumento dei minimi salariali dell’8%", spiega Re David. "La proposta di un aumento salariale con l’esplicitazione di un importo è una novità positiva, ma inadeguata nella forma e nelle quantità - afferma -. L’inquadramento è un tema da tempo da noi proposto, come gli altri elementi posti in piattaforma. La questione del salario è un on-off. Se non ci sono le condizioni per rispondere alla richiesta salariale, andranno trovate". 

La notizia di oggi è dunque la proposta, seppure insufficiente. L'incremento, nell'idea di Federmeccanica, si compone dell'adeguamento dei minimi secondo l'indice Ipca ex-post, a cui va aggiunto l'elemento di valorizzazione del lavoro collegato alla riforma dell'inquadramento. Nel dettaglio, il trattamento retributivo complessivo è pari di 18 euro lordi nel 2021, 21 euro nel 2022 e 26 euro nel 2023 per il quinto livello. In quest'ottica le buste paga si "gonfiano" di 65 euro, ma solo alla fine dei tre anni. Troppo poco per i sindacati.

Sulla stessa linea della Fiom sono le altre sigle. Per il leader della Fim, Roberto Benaglia, "finalmente Federmeccanica ci ha consegnato una proposta, ma le distanze sono ancora forti e il calendario intenso, speriamo si avvii una trattativa vera". Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, parla di base di partenza, ma "è chiaro che i 65 euro medi mensili sono ben distanti dalla nostra proposta". A proposito di calendario, ecco i prossimi incontri del negoziato: l'1, 2 e 3 dicembre in delegazioni ristrette per poi arrivare a una plenaria prevista per il 9 dicembre.