Quello di Maurizio Landini è un appello che, alla luce dei numeri dei contagi in rapida crescita, suona come un’ultima chiamata. Il segretario generale della Cgil coglie l’occasione offerta dalla presentazione del rapporto "Agromafie e Caporalato" per lanciare un nuovo messaggio al governo: “Siamo in una situazione di emergenza che rende ancora più evidente la necessità di un coordinamento tra tutti i soggetti istituzionali e non solo. Questa pandemia ci indica gli errori che abbiamo compiuto in passato, quelli da non ripetere e anche come spendere i soldi europei e dove indirizzare le nostre scelte”

Il messaggio – il leader della Cgil lo dice esplicitamente – è diretto al governo: “Credo sia necessario che si attivi al più presto un confronto con le parti sociali a partire dalle organizzazioni sindacali sulle scelte che sono da compiere. È grazie a un confronto di questo genere che nei mesi scorsi si è prodotto il protocollo alla sicurezza, come pure un'estensione degli ammortizzatori sociali in modo molto diffuso anche a coprire quelle forme di lavoro precario rafforzando l'idea che nell'emergenza nessuno doveva essere escluso, o licenziato”. Oggi però emergono anche alcuni ritardi e allora in questa fase è bene tornare a sedersi a un tavolo, virtuale o reale che sia. Diventano sempre più indispensabili per Maurizio Landini un “confronto preventivo” e “un coinvolgimento dei lavoratori, delle lavoratrici e delle organizzazioni sindacali”.

L’emergenza è tutt’altro che superata e la recrudescenza del virus rischia di aver ulteriori ricadute sulla nostra economia e sul mondo del lavoro, per questo – prosegue Landini – “abbiamo bisogno di riconfermare gli ammortizzatori sociali, aggiornandoli e prorogandoli anche per i prossimi mesi, e indicando dentro questa prospettiva anche la proroga del blocco dei licenziamenti”.

Il richiamo è al mondo delle imprese che, fedele alla linea del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, vorrebbe piena libertà di licenziare. Ma è anche diretto all’esecutivo e, in particolare, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che nelle scorse ore aveva escluso la possibilità di un’ulteriore estensione. La scadenza, fissata a fine anno, si avvicina e il rischio che una volta tolto il blocco si assista a un’emorragia di posti di lavoro rischia di essere concreta.

È anche per questo che Maurizio Landini incalza adesso, prima che sia tardi: “Vorrei ricordare a tutti che in Italia abbiamo una Costituzione che mette al centro il lavoro e che riconosce questo diritto come elemento fondante della nostra democrazia. La mediazione sociale è fonte di avanzamento. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane ci troveremo di fronte a passaggi che determineranno il nostro futuro. Siamo a una cesura imposta dalla radicalità e dalla rapidità di quanto sta avvenendo. Si tratterà quindi di scegliere se indicare un cambiamento di strategia, puntare a un nuovo modello di sviluppo, oppure continuare a commettere gli stessi errori e alimentare le stesse diseguaglianze.”