Dodicimila lavoratori somministrati nel comparto della sanità. Infermieri, operatori sanitari, impiegati, amministrativi, tutti precari perché con contratti a scadenza, sebbene tutti siano stati in prima linea per contrastare la pandemia. Non ci stanno a essere trattati come eroi di serie B. Hanno rischiato il contagio come gli altri, anzi anche di più, dato che spesso hanno operato senza le adeguate protezioni. Ma non hanno diritto ai “trattamenti economici accessori e integrativi” previsti per il personale sanitario che ha fronteggiato il Coronavirus, i riconoscimenti e i premi che le Regioni hanno deciso di dare come compenso per lo sforzo, l’impegno, la fatica profusi.

Per rivendicare questo diritto sacrosanto e la parità di trattamento con i lavoratori alle dipendenze dirette delle strutture sanitarie pubbliche e private, si mobilitano. Scioperano il 24 luglio per tutto il giorno e scendono in piazza con presidi a Roma, Milano, Bologna, Torino e Pordenone. “Chiediamo dignità e parità e la possibilità di essere stabilizzati nel settore della sanità – afferma Davide Franceschin, segretario nazionale di Nidil Cgil, sindacato di categoria che ha proclamato lo sciopero unitario con Felsa Cisl e Uiltemp -. Sono lavoratori fino a ora invisibili, che con questa iniziativa vogliamo diventino finalmente visibili.  Chiediamo inoltre che vengano superate le disposizioni previste dal decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 75, che escludono i somministrati dall'accesso alle quote riservate per la partecipazione ai concorsi pubblici, in maniera discriminatoria”.
 

Paolo Mancini, Nidil Monza Brianza

 

Paola Redondi, segretaria generale Nidil Cgil Bergamo