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''Dal testo del ddl sul salario minimo va tolto il riferimento alla cifra di nove euro. Quella cifra va tolta perché senza un esplicito riferimento ai valori dei minimi contrattuali per ciascuna categoria, il salario minimo diventa una norma taglia-salari. Ne pagheranno lo scotto milioni di lavoratori oggi garantiti dai minimi contrattuali". A dirlo è il segretario confederale Cgil Emilio Miceli: "Fissare nove euro al posto dei minimi contrattuali significa indebolire i lavoratori anche nelle sedi di ricorso giurisdizionale. È solo segno di propaganda elettorale. La verità è che il governo è ricattato da sindacati autonomi, installati nelle stanze ministeriali, che difendono i cosiddetti 'contratti pirata' sottoscritti su indicazione delle imprese".
Per Emilio Miceli "è questo il motivo vero del rifiuto del governo a dare attuazione all'articolo 39 della Costituzione che, com'è noto, conferisce efficacia generale ai contratti collettivi. In quel caso tanti sindacati di 'comodo' sarebbero destinati a scomparire". Il segretario confederale Cgil così conclude: "La verità è che questa legge va bene a chi intende fare una controriforma della contrattazione, e farla con una legge. Sarebbe un ulteriore attacco al sindacato e soprattutto ai diritti contrattuali dei lavoratori''.