“Napoli vuole essere protagonista della mobilitazione per riportare il Mezzogiorno ad essere artefice del proprio destino. Solo se il Mezzogiorno diventa questione nazionale e supera lo squilibrio economico, sociale, occupazionale che lo separa dal resto del Paese, l'Italia potrà crescere e avere un ruolo in Europa. Le politiche di questi ultimi anni invece hanno allargato quelle distanze e quelle messe in atto in questi ultimi 12 mesi dal governo non hanno cambiato verso. Al bisogno e all'aumentata diseguaglianza fra tanta parte della popolazione meridionale che, colpevolmente, da altri governi non sono state colte, oggi però non si può rispondere solo con l'assistenza”.

“Al Primo ministro Conte, oggi in visita a Napoli – aggiungono Schiavella, Tipaldi e Sgambati – vogliamo lanciare un messaggio forte e chiaro: i lavoratori di Napoli, capitale storica del Mezzogiorno, chiedono che si arresti il suo declino produttivo, con politiche industriali adeguate e con un nuovo ruolo dello Stato. Whirlpool e la sua lotta sono le nostre frontiere, ma occorrono risposte anche sul futuro di Fca e Fincantieri, occorre sottrarre all'illegalità filiere produttive importanti come quella agricola e tessile, occorre fare dell'innovazione digitale un'occasione per ripensare le nostre città”.

“I lavoratori di Napoli – precisano Schiavella, Tipaldi e Sgambati – chiedono che si arresti il progressivo calo di investimenti pubblici in infrastrutture e opere pubbliche destinando ad esse maggiori risorse, più tutele per i lavoratori e più legalità, esattamente l'opposto di quello che fa lo ‘sblocca-cantieri’, che apre autostrade alla corruzione e all'illegalità. I lavoratori di Napoli chiedono che i servizi pubblici, a presidio di diritti fondamentali quali salute, sicurezza, istruzione, lavoro, siano garantiti in egual modo in tutto il territorio nazionale da organici finalmente adeguati ai bisogni e, soprattutto, dalla garanzia di adeguati Lea e Lep. Per questo chiedono al governo di arrestare la deriva scellerata avviata con le ipotesi di autonomia differenziata delle Regioni; per questo chiedono di restituire finanziamenti adeguati ai Comuni per le loro politiche sociali, per i loro servizi essenziali, per il Tpl, per la sanità recuperando risorse da una vera lotta all'evasione fiscale e all'economia sommersa, rafforzando la progressività delle imposte a favore dei redditi più bassi da pensione e da lavoro dipendente”.

“Il progetto di flat tax – secondo Schiavella, Tipaldi e Sgambati – è l'esatto contrario di tutto ciò, poiché è socialmente iniquo e foriero di allargare le distanze territoriali distribuendo i maggiori benefici al Nord in termini di minori imposte e i maggiori danni al Sud in termini di minori risorse per i servizi. Dalle risposte che avremo a queste richieste si valuterà l'azione del governo e le nostre scelte di mobilitazione”.

“In una nuova strategia per il Mezzogiorno – concludono Schiavella, Tipaldi e Sgambati – Napoli rivendica una sua centralità. Le proposte che abbiamo messo in campo nella nostra piattaforma per lo sviluppo dell'area metropolitana e che ribadiremo nel nostro attivo di quadri e delegati, chiamano in causa ovviamente oltre al governo, le istituzioni locali chiamate finalmente a costruire una visione comune e partecipata dello sviluppo della Città metropolitana, ponendo fine a tatticismi e conflittualità di cui i cittadini e i lavoratori di Napoli non hanno bisogno”.